Reddito e Quota 100: Conte pronto al cambio

Giuseppe Conte apre alla modifica del Reddito di cittadinanza e di Quota 100 per ridiscuterle con Pd, Italia viva e Leu. Fonti del Movimento sottolineano che ‘non si tocca né il Reddito, né Quota 100’.

.Conte sembra tuttavia convinto che, al di là delle strategie politiche, un intervento sia necessario. Il Reddito di cittadinanza lo ritengo una misura di cui sono orgoglioso – ha detto Di Maio – e mi batterò con tutte le mie forze per conservarla,dobbiamo migliorarlo in fase applicativa: è molto efficace per contrastare la povertà assoluta, ma dobbiamo migliorare la prospettiva occupazionale. I centri per l’impiego hanno bisogno di un coordinamento.

Non mi rassegnerò fino a quando non avremo un progetto di Reddito di cittadinanza che non sia solo assistenziale, ma anche per la formazione e la riqualificazione dei lavoratori. La cosiddetta ‘fase 2’ del Reddito. Così com’è, non funziona – ammette il premier – ed è lì che si dovrà intervenire: sui navigator, sul ruolo dell’Anpal e su quello degli enti locali nel fare rete per la formazione e la ricerca del lavoro. Un miglioramento – per il Pd – dovrà riguardare le condizioni di accesso al Reddito, con un intervento sui paletti e i coefficienti dell’Isee del richiedente.

Anche sul piano sanzionatorio qualcosa potrebbe cambiare. Oggi, infatti, la revoca del sussidio arriva dopo aver disertato per tre volte le chiamate dei centri per l’impiego. L’ipotesi è di tagliare i fili alla seconda assenza ingiustificata.

Così come il Reddito, anche Quota 100 passerà sotto la lente d’ingrandimento delle forze di governo. «Su Quota 100 torneremo a interrogarci – ha confermato Conte -. È chiaro che il modo migliore, come indirizzo politico, è affrontare il tema distinguendo i lavori usuranti da quelli che non lo sono e operare le decisioni conseguenti».

Un annuncio di modifica che ha già provocato la reazione di Matteo Salvini: «Se toccano quota 100 e i decreti sicurezza, dovranno vedersela con il popolo italiano, non solo con la Lega – tuona il leader del Carroccio, principale sponsor della norma – gli conviene non provare a farlo, perché li teniamo in Parlamento giorno e notte e fuori ci sarete voi. Pacifici, per carità».

 

 

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