Referendum e Fratelli d’Italia: non ci interessano le formule e i tecnicismi, ma la sovranità popolare

«Un furto di democrazia», Matteo Salvini torna all’attacco della sentenza della Consulta che boccia il referendum per reintrodurre il maggioritario. All’indomani del verdetto annunciato, con Pd e 5Stelle che applaudono, la Lega non molla e denuncia il colpo di mano. Non meno critici Fratelli d’Italia e Forza Italia.  Il timore di un pericoloso ritorno al passato è  condiviso da tutto il centrodestra. Che si ricompatta per bloccare il tentativo di restaurazione della maggioranza. Il ritorno al proporzionale significa: ritorno agli inciuci di palazzo. Alle trattative fumose dei partiti. Al Parlamento di nominati. Alla sudditanza della volontà popolare.

Il commento off record scappato a un parlamentare dem alla notizia della bocciatura del referendum non lascia dubbi. Cosa succede ora? «Avanti tutta con il governo e avanti tutta con la Prima Repubblica!», dice soddisfatto in Transatlantico.

«Viene deciso che non è bene che scelgano gli italiani come eleggere i loro parlamentari. Ma devono essere solo i partiti nel chiuso del palazzo a parlare di legge elettorale. Che Pd e 5stelle festeggino il fatto che il popolo non possa votare, è veramente squallido», attacca il leader della Lega. «So che il Pd e il M5s stanno lavorando per tornare indietro a una legge elettorale proporzionale. Che gli italiani ahimè si ricordano: quella dei 35 partitini e dei parlamentari che cambiavano 18 partiti al giorno. Non è quello di cui l’Italia ha bisogno». Non meno esplicito il numero due del Carroccio, Giancarlo Giorgetti. «Questa sentenza rischia di condannare il Paese all’ingovernabilità permanente anni ’80. La decisione della Corte è un peccato per la democrazia italiana. Speriamo non mortale»

Per Fratelli d’Italia la stella polare deve essere il popolo. Al di là dei tecnicismi e delle formule. «Il cittadino deve poter decidere», dice Fabio Rampelli. «Non sono importanti le formule tecniche ma il principio generale che dovrebbe prevalere in democrazia. Tra maggioritario e proporzionale scelgo il potere al popolo». Chi vota – continua il vicepresidente della Camera – «deve poter tener in pugno l’intera filiera della democrazia. E scegliere Parlamento, partito, coalizione, governo, programma, con soglia di sbarramento riequilibrata dal premio di maggioranza». Qualunque sistema elettorale va bene se dice al cittadino “’tu puoi decidere da chi essere governato”. Io guarderei più ai sistemi elettorali di Comuni e  Regioni, che rispondono perfettamente a questi requisiti. Gli italiani hanno il diritto di scegliere da chi essere governati. E ogni proposta di riforma che va nella direzione opposta è devastante per la nostra nazione».

 Nessuno scandalo per il verdetto della Corte, solo una preoccupazione politica per Giovanni Toti. «La Consulta fa il suo  mestiere e non ho nessuna intenzione di criticare. La mia paura è che la sentenza che boccia il referendum sul maggioritario venga presa a giustificazione dalle forze di maggioranza per reintrodurre la legge proporzionale. Che ci porterebbe molto indietro». Così il governatore della Liguria. Per Maurizio Gasparri la Corte costituzionale gioca un ruolo politico. «L’ha fatto in occasione di sentenze che hanno toccato temi delicati come il suicidio assistito, lo fa ora in materia elettorale. È evidente che si è fatta una scelta politica con l’obbiettivo di determinare indirizzi politici. Ma non si può tornare al proporzionale, al governo dei perdenti, al complotto parlamentare permanente», dice il senatore forzista.

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