Nicola Zingaretti ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Il segretario del Pd ha affrontato il tema del referendum costituzionale. Zingaretti: “Voteremo sì al referendum, sosteniamo da sempre la riduzione del numero dei parlamentari e per anni abbiamo presentato proposte di legge in questo senso. Tuttavia per votare Sì e far nascere il governo abbiamo chiesto modifiche circa i regolamenti parlamentari e una nuova legge elettorale, per tutelare i territori, il pluralismo e le minoranze“.
Approvare la riforma elettorale in un ramo del Parlamento è possibile per il segretario Pd. “Se c’è la volontà politica si può fare molto“, ha precisato Zingaretti, il quale ha proseguito: “Quando si parla di democrazia e istituzioni tutti i momenti sono buoni. Naturalmente accanto a questo c’è la priorità del lavoro, della scuola, della crescita. Confido che si possa aprire tutti assieme una fase nuova dove la politica diriga i grandi processi di trasformazione in corso e non li subisca“.
Infine, Zingaretti ha parlato delle Regionali: “Quando votano milioni di cittadini è sempre un fatto politico. Peserà sugli sviluppi della situazione italiana. Comunque, quello che cambierà sicuramente in meglio o peggio, sarà la vita dei cittadini delle Regioni investite dalla consultazione elettorale, per questo ovunque combattiamo per vincere“.
Il sì al referendum, sottolinea il segretario Dem, va considerato “solo un primo passo, in sé insufficiente di una riforma complessiva del bicameralismo e dell’insieme dell’attività legislativa. Come vede, pur nel pieno rispetto dell’autonomia di coscienza di ciascun cittadino, mi impegno a costruire le condizioni più ragionevoli alla scelta del sì”.
Il Pd – aggiunge il segretario – prende atto che il cammino di una nostra ripresa è in atto e che per non soffocare la vocazione maggioritaria in un isolamento borioso e stizzito occorre saperla esprimere, in un processo, seppure tumultuoso, che si realizza nel Paese, che conta, influenza e allarga. Quando si dice che questa linea sarebbe la rinuncia a una grande forza democratica e riformatrice e la subalternità agli altri, si dice una cosa non vera. Evidentemente non vera. Noi cresceremo se la nostra proposta politica al Paese potrà marciare, anche con mille difficoltà, ma nella dimensione reale. Che allo stato attuale presuppone, non l’isolamento, piuttosto la sfida unitaria con gli altri. A livello nazionale e parlamentare con altri soggetti politici nei territori con tante forze civiche, associative o valorizzando la straordinaria forza dei sindaci e amministratori.
Alla domanda se si dimetterà in caso le Regionali dovessero andare male, Zingaretti replica che “come abbiamo annunciato da tempo apriremo un grande dibattito sul futuro dell’Italia, a prescindere dal risultato che riusciremo a ottenere e che riguarda il Pd, l’insieme dell’alleanza e anche il governo nazionale”.
Fatto sta che oggi siamo a meno di quattro settimane dal voto e non sappiamo ancora se ci sarà una legge elettorale nuova e quale sarà. Quali modifiche costituzionali o regolamentari verranno apportate al funzionamento delle Camere. Tutti ritengono che questo referendum di per sé non sta in piedi, ma nessuno dice cosa fare. Avremo tempo, ripetono. In pratica è un voto in bianco quello che si richiede ai cittadini.”.