La Corte Costituzionale ha respinto il referendum sull’eutanasia legale, dichiarando inammissibile il quesito che chiede di depenalizzare l’omicidio del consenziente. È questa la prima decisione dei 15 giudici della Corte Costituzionale che ieri, 15 febbraio, si sono riuniti per pronunciarsi sull’ammissibilità di otto referendum. La camera di consiglio è iniziata in mattinata e la prima decisione è arrivata in serata. Per gli altri quesiti – uno sulla cannabis e sei sul tema della giustizia – il pronunciamento della Consulta è atteso per domani.
Referendum eutanasia bocciato dalla Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia legale. Promosso dall’associazione Luca Coscioni, che aveva raccolto oltre un milione di firme, il quesito referendario puntava all’abrogazione parziale dell’articolo 579 del codice penale, che prevede il reato di omicidio di persona consenziente.
Il referendum avrebbe di fatto comportato l’introduzione dell’eutanasia attiva legale, consentendo ad un medico di somministrare un farmaco a un paziente che chiede di essere condotto alla morte.
In attesa del deposito della sentenza, l’ufficio comunicazione della Consulta fa sapere che il quesito referendario è stato ritenuto inammissibile perché “a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.
Referendum eutanasia bocciato dalla Corte Costituzionale: le reazioni
“Questa per noi è una brutta notizia. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia”. Così Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni, ha commentato la decisione della Corte Costituzionale sul referendum dell’eutanasia.
“Sull’eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti – ha aggiunto l’esponente dei Radicali – con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina”.
“Provo tanta tristezza pensando alle persone più vulnerabili le cui richieste resteranno inascoltate. Io ero sicura che la Corte avrebbe deliberato a favore di questo referendum e sono rimasta molto delusa. Rimane l’ultima ‘speranza’ del Parlamento…Vorrei personalmente fare qualcosa per sensibilizzare al tema, non so ancora cosa”. Così Mina Welby.