Referendum, l’Economist vota ‘No’

 

Se era prevedibile che il Financial Times lanciasse il proprio endorsement pro-Renzi, paventando il pericolo di un uscita dell’Italia dall’Eurozona se fallissero le riforme del premier, decisamente più sorprendente è la presa di posizione dell’Economist, il settimanale economico dei circoli economici elitari britannici che già definì a suo tempo Silvio Berlusconi ‘unfit’ (inadatto) a guidare l’Italia. Con un lungo editoriale  l’Economist spiega che il governo ha sprecato due anni armeggiando con la costituzione mentre l’Italia avrebbe bisogno di riforme vere, che il rischio di una deriva autoritaria esiste e che le dimissioni di Renzi non sarebbero certo un dramma. L’emendamento costituzionale,  analizza l’articolo,   non affronta il problema principale che è la mancanza di volontà dell’Italia nel fare le riforme. E ogni benefit secondario è di gran lunga superato dal peso degli svantaggi,   sopra tutti gli altri il rischio che, cercando di fermare l’instabilità che ha dato all’Italia 65 governi dal 1945, si crei un ‘uomo forte’ eletto. Questa è la nazione che ha prodotto Benito Mussolini e Silvio Berlusconi ed è preoccupantemente vulnerabile. Gli italiani non dovrebbero essere ricattati da scenari apocalittici,  prosegue,  le dimissioni di Renzi non sarebbero la catastrofe che tanti in Europa temono. Se invece la sconfitta di Renzi dovesse innescare il crollo dell’euro, allora vorrebbe dire che la moneta unica era così fragile che si trattava solo di una questione di tempo. ‘Io non sto lì a vivacchiare, io non sono adatto, se dobbiamo tornare alle liturgie del passato, le riunioni di maggioranza con i tecnici, per la logica della palude, delle sabbie mobili tanti sono più bravi di me. Io sto se possiamo cambiare’,  Renzi ribadisce di non essere un uomo per tutte le stagioni: ‘Ho 41 anni ho fatto il premier, non ho più bisogno di aggiungere una riga al curriculum vitae. Quando toccherà uno si gira, si inchina alla bandiera e sorride, non mette il broncio. Passerò la campanella con un sorriso e un abbraccio a chiunque sia perchè Palazzo Chigi non è casa tua ma degli italiani. Non si sta in politica solo per svolgere un servizio ma per cambiare qualcosa. Il mio futuro non è interessante, il referendum è un occasione per l’Italia, è l’assist perfetto e l’Italia ha l’occasione per fare il tiro decisivo. Leggo che l’Economist  parla di un governo tecnico, tecnocratico. Magari per l’Italia è meglio, io l’ultimo governo tecnico che ricordo ha alzato le tasse. Il 2017  sarà cruciale per l’Europa e l’Italia deve avere una forte strategia europea e, secondo me, lo può fare solo un governo con solidità e stabilità, un governo tecnico che dice ‘ce lo chiede l’Ue’ non fa l’interesse dell’Italia ma di altri’.

Cocis

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