In una intervista al Fatto Quotidiano Enrico Letta affronta il tema del referendum costituzionale per dire che “ho sempre proposto e supportato riforme costituzionali che comportavano la riduzione dei parlamentari: mi sentirei in contraddizione con me stesso se mi comportassi diversamente”. Anche perche’ “Il nostro Paese ha oggi un numero di parlamentari eccessivi rispetto alle funzioni del Parlamento, che le ha perse verso l’alto (a favore del Parlamento europeo) e verso il basso (con i poteri legislativi affidati alle Regioni). Quando il numero fu fissato non c’erano ne’ l’Europa, ne’ le Regioni”.
E taglia corto, puntando l’indice : “Il Parlamento, soprattutto nella Prima Repubblica, ma anche nella Seconda, e’ sempre stato retto e gestito da due terzi dei parlamentari. Gli altri non andavano neanche in Commissione, ma si occupavano dei partiti. Questa cosa, che prima era considerata normale, oggi non e’ piu’ tollerata. Dunque, il taglio dei parlamentari – conclude – e’ assolutamente naturale”. Ma accanto a questo, ragiona Letta, “bisogna lavorare all’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, perche’ i partiti devono avere gente retribuita. Bisogna che i cittadini diano il 2 per mille ai partiti e che questi siano controllati”.