‘E uno! Questa mattina il consiglio regionale del Veneto ha espresso il suo voto favorevole per la richiesta di referendum per modificare la legge elettorale vigente a livello nazionale. È la prima Regione a farlo, altre ne arriveranno nei prossimi giorni. Stiamo mantenendo la promessa fatta ai cittadini. E lunedì mattina andremo in Corte di Cassazione a depositare il quesito referendario, in questo modo sarà possibile far esprimere gli italiani già in primavera’, annuncia il senatore della Lega, Roberto Calderoli. Facciamo decidere i cittadini, decidano loro democraticamente se vogliono una legge elettorale chiara – spiega il vicepresidente del Senato – in cui chi vince va a governare e chi perde va all’opposizione, senza giochini di palazzo per creare maggioranze diverse da quelle espresse dalle urne. E subito dopo anche il Consiglio regionale della Lombardia ha votato sì. Il tema del referendum pro-maggioritario è al centro del dibattito nel centrodestra con Berlusconi che lascia libertà di voto e Giorgia Meloni che annuncia un ordine del giorno.
Sul referendum pro maggioritario proposto da Matteo Salvini con l’ok di almeno cinque Regioni Silvio Berlusconi dà come indicazione al partito (quindi, ai consiglieri regionali azzurri) la libertà di voto. Il Cavaliere però, ‘condiziona’ la libertà di voto all’approvazione contestuale, in caso di voto favorevole al referendum, di un ordine del giorno in ogni Consiglio regionale che impegna la coalizione a presentare in tempi rapidi in tutte le regioni governate dal centrodestra una proposta di legge riforma elettorale che preveda, insieme al maggioritario, anche una quota proporzionale e un premio di maggioranza per garantire la governabilità.
Fratelli d’Italia – dice dal canto suo Giorgia Meloni – mentre conferma il proprio voto favorevole alla proposta di referendum abrogativo che vuole contrastare l’ipotesi di modifica in senso integralmente proporzionale della legge elettorale in vigore, ha predisposto e sta presentando nei Consigli regionali, un ordine del giorno che impegni le Regioni a presentare due proposte di legge al Parlamento. La prima sulla modifica della legge elettorale che preveda almeno una quota di eletti con il maggioritario e il premio di maggioranza in modo che emerga subito un vincitore espresso dalla volontà popolare in grado di formare un governo; la seconda per introdurre in Costituzione l’elezione diretta del Presidente della Repubblica.