E’ a Roma la delegazione di inquirenti e polizia egiziana di alto livello che incontrerà oggi inquirenti ed investigatori della Capitale nell’ambito della collaborazione per fare luce sulla morte di Giulio Regeni, avvenuta al Cairo in circostanze ancora da chiarire. Il volo di linea Alitalia 897 proveniente dalla capitale egiziana, con a bordo la delegazione, è atterrato ieri, poco prima delle 20, all’aeroporto di Fiumicino. Un anonimo, come dicevamo ieri, che si dice della polizia segreta egiziana, scrive a ‘Repubblica’ accusando i vertici egiziani e svelando dettagli delle torture inflitte a Giulio Regeni mai resi pubblici e conosciuti solo dagli inquirenti italiani. Lo riporta lo stesso quotidiano, spiegando che le sue mail sono state acquisite dalla Procura di Roma. L’ordine di sequestrare Giulio Regeni, scrive l’anonimo, è stato impartito dal generale Khaled Shalabi, capo della Polizia criminale e del Dipartimento investigativo di Giza. Fu Shalabi, prima del sequestro, a mettere sotto controllo la casa e i movimenti di Regeni e a chiedere di perquisire il suo appartamento insieme ad ufficiali della Sicurezza nazionale. ‘Si tratta di un anonimo, uno dei tanti, in casi come questi di forte risonanza mediatica e non hanno nessuna rilevanza giudiziaria’, è quanto si apprende da ambienti giudiziari di Roma relativamente alla ricostruzione sulla morte di Giulio Regeni apparsa su ‘Repubblica’. Per chi indaga, inoltre, le mail scritte da un anonimo contengono una molteplicità di imprecisioni nella ricostruzione dei fatti e soprattutto in riferimento agli esami autoptici. In sostanza la mail pubblicata non verrà presa neanche in considerazione dagli inquirenti, così come stabilisce la procedura penale italiana. Il generale Khaled Shalabi sarebbe comunque il primo nome sul quale si potrebbero concentrare le responsabilità per la morte di Giulio Regeni. Secondo fonti al Cairo della ‘Stampa’ il nome che l’Egitto ‘sacrificherà’ per la responsabilità della morte di Giulio Regeni potrebbe essere proprio quello del generale Khaled Shalabi. Shalabi è l’alto ufficiale della Sicurezza nazionale incaricato del caso Regeni; già condannato nel 2003 da un tribunale di Alessandria per aver torturato a morte un uomo e falsificato i rapporti della polizia, ma reintegrato dopo la sospensione della sentenza. ‘Abbiamo scelto di far lavorare insieme i magistrati di Italia ed Egitto e siamo impegnati a che su Regeni non sia una verità di comodo ma la verità. Aspettiamo che i magistrati facciano i loro incontri, noi siamo pronti a seguire quel lavoro con grandissima determinazione. Nessun tentativo di svicolare rispetto alla verità sarà accolto da nessuna parte’, ha detto il premier Matteo Renzi nel corso di un forum al Mattino di Napoli.
Cocis