Ancora un duro colpo alle organizzazioni criminali dedite alla produzione e al traffico di stupefacenti inferto dalla guardia di finanza di Reggio Calabria.Infatti, a distanza di qualche giorno da altri due analoghi sequestri operati nei comuni di San Lorenzo (RC) e di Roccaforte del Greco (RC), militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e della Sezione Aerea del Corpo di Lamezia Terme hanno individuato – sul greto del fiume Careri sito nel comune di Bovalino (RC) – e, successivamente, sottoposto a sequestro un’estesa e rigogliosa piantagione di cannabis di tipo misto tra indica e skunk (quest’ultima tipologia è frutto della fusione delle linee genetiche native del Messico (Acapulco gold), della Colombia (Colombian gold) e dell’Afghanistan).Le oltre 1.800 piante individuate dai finanzieri, rinvenute in differenti stati evolutivi e in ottime condizioni vegetative, erano abilmente occultate all’interno di un fitto canneto, in alcuni tratti alto più di cinque metri, particolarmente difficile da raggiungere, anche a piedi.
L’insieme delle piante di cannabis sequestrate e, successivamente, distrutte, di altezza variabile dai cinquanta centimetri a un metro e settanta, una volta essiccate, avrebbero consentito di ricavare oltre 900 chilogrammi di sostanza stupefacente.Completato il ciclo di maturazione ed essiccazione della raccolta, il quantitativo di marijuana sottoposto a sequestro, una volta introdotto sul mercato per la successiva vendita al dettaglio al consumatore finale, avrebbe consentito alla malavita organizzata di ottenere ingenti introiti.
Durante le operazioni di polizia, i militari operanti hanno rilevato, inoltre, l’adozione di un ingegnoso e automatizzato impianto idrico di irrigazione: la coltura, infatti, era innaffiata mediante un sistema a goccia, costituito da tubi di gomma in pvc per un totale complessivo di circa 2 km, abusivamente “allacciato” alle tubazioni della fornitura dell’acqua potabile della società fornitrice del Comune di Bovalino (RC).Le indagini, finalizzate alla ricerca dei responsabili, coordinate dalla Procura della Repubblica di Locri, diretta dal Procuratore, Dott. Luigi D’Alessio, sono tutt’ora in fase d’esecuzione.