L’Agenzia la confermato che ai fini dell’individuazione del periodo di imposta a decorrere dal quale le modifiche al regime agevolato forfettario producono effetto, il limite delle spese va verificato con riferimento all’anno precedente all’applicazione del regime forfettario.
Come cambia il regime forfettario 2020
La Manovra 2020, pur lasciando immutato per l’accesso al regime forfettario il limite annuo di ricavi di 65mila euro per l’accesso o la permanenza nel regime di flat tax, ha previsto due nuovi limiti.
Il primo è non aver sostenuto spese che superino i 20mila euro lordi per lavoro accessorio, per lavoratori dipendenti, collaboratori anche assunti secondo la modalità riconducibile a un progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati e le spese per prestazioni di lavoro svolte dall’imprenditore o dai suoi familiari. II secondo è non superare il tetto di 30mila euro percepiti nell’anno precedente come redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente.
Cosa succede a 340mila partite Iva
Dunque, coloro che rientravano nel regime forfettario 2019 e hanno speso più di 20mila euro essendo lavoratori dipendenti o percepito oltre 30mila euro – le stime parlano di circa 340mila partite Iva, qualcuno addirittura di mezzo milione – sono da considerarsi esclusi già da ora al regime forfettario 2020 con decorrenza dal 1° gennaio 2020.
La loro fuoriuscita dal regime forfettario comporta per il 2020 l’ingresso nel regime di partita Iva ordinario.