Sono giorni duri per i politici, questi, c’è chi si dimette e chi viene arrestato. Domenico Zambetti, 60 anni, assessore regionale alla Casa della giunta Formigoni, è finito in manette con l’accusa di voto di scambio. L’esponente del Pdl avrebbe pagato 200 mila euro (50 euro per ogni voto) a due colletti della’ndrangheta per acquistare un pacchetto di 400 preferenze, nelle regionali del 2010. I due sarebbero: uno esponente della cosca calabrese ‘Morabito-Bruzzaniti’ di Africo, Giuseppe D’Agostino, gestore di locali notturni già condannato anni fa per traffico di droga nell’inchiesta sull’Ortomercato, e l’altro, referente invece del clan ‘Mancuso’ di Palmi. A suo carico ci sarebbero intercettazioni telefoniche che documentano le fasi del pagamento. In una delle intercettazioni ambientali, disposta dal pm Giuseppe D’Amico nell’automobile dei due ’ndranghetisti subito dopo l’incontro il 15 marzo 2011 tra uno di essi e Zambetti nell’Associazione culturale milanese dell’assessore ‘Centro e Libertà’, secondo l’accusa documenta il pagamento appena avvenuto, da parte del politico ai boss, di una delle ultime rate (30.000 euro) della somma concordata al momento dell’accordo sui voti nel 2010. L’arresto segna il caso di maggior infiltrazione della ‘ndrangheta nella politica sinora svelato al Nord Italia dalle indagini. Zambetti, in Regione in passato responsabile dell’Ambiente e poi dell’Artigianato, è il quinto assessore delle varie giunte di Formigoni a essere arrestato, dopo Guido Bombarda (Formazione professionale), Piergianni Prosperini (Turismo), Franco Nicoli Cristiani (Ambiente, Commercio) e Massimo Ponzoni (Protezione civile, Ambiente). È in questo momento è anche il tredicesimo consigliere regionale dell’attuale assemblea a finire sotto inchiesta.
Anti-Minetti. Gli uomini della’ndrangheta che hanno ricevuto soldi dall’assessore lombardo Zambetti avrebbero contattato per le elezioni del 2010 anche Sara Giudice, la cosiddetta anti-Minetti, che contestò la candidatura nel ‘listino’ dell’igienista dentale. Secondo quanto si è appreso i ‘colletti binachi’ della mafia si sarebbero presentati come un gruppo di imprenditori. Sara Giudice non sarebbe stata quindi consapevole del legame del gruppo con la criminalità e infatti non è indagata. Accertamenti, invece, sarebbero in corso nei confronti del padre, Vincenzo Giudice.
Le promesse dell’assessore. Soldi, assunzioni all’Aler, appartamenti e appalti, tanto avrebbe garantito l’assessore alla Casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti ai mafiosi. È quanto è emerso dalla conferenza stampa tenuta dagli inquirenti in Tribunale a Milano. Oltre a versare una somma di 200.000 euro per avere 4.500 voti circa della’ndrangheta , Zambetti ha fatto assumere la figlia di uno degli esponenti di spicco della mafia, Eugenio Costantino, all’Aler preoccupandosi anche di far spostare la ragazza da una sede decentrata a quella centrale. All’associazione, sostengono gli inquirenti, l’assessore ha promesso anche appartamenti dell’Aler e favori in appalti legati alle scuole, anche se su questo ultimo aspetto gli accertamenti sono ancora in corso. Il pm Giuseppe D’Amico in conferenza stampa dice che Ambrogio Crespi trattando con la ‘ndrangheta nella consapevolezza di farlo raccolse 2500 preferenze a favore di Domenico Zambetti. Ambrogio Crespi è il fratello di Luigi Crespi, ex sondaggista di Berlusconi, ed è già stato condannato in primo grado a 4 anni di reclusione per il crac di Hdc. Crespi è stato arrestato a Roma, dove lavorava nell’entourage del sindaco Alemanno, e sarà trasferito a Milano nelle prossime ore.
Formigoni. Intanto i militari della Guardia di Finanza stanno eseguendo in queste ore acquisizioni presso il Consiglio regionale lombardo. Al centro del blitz vi è il controllo delle spese dei gruppi. “Ho revocato le deleghe all’assessore Zambetti. Ciò di cui si parla è estremamente grave”. Lo afferma via Twitter il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. “Così non si può più andare avanti”. Così il sindaco di Milano Giuliano Pisapia alla domanda dei giornalisti se Formigoni debba dimettersi dopo l’arresto dell’assessore. Duro anche il commento del procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini: “La’ndrangheta inquina la vita democratica e la politica in Lombardia”.
Se non paga salta in aria. Se Domenico Zambetti non avesse pagato le cosche in cambio di voti sarebbe ‘saltato in aria’. È quanto dice uno degli arrestati in una intercettazione riportata dal gip nell’ordinanza di custodia cautelare. “Hai visto quel ‘pisciaturu’ (uomo di poco conto) di Zambetti, come ha pagato, afferma uno degli arrestati. Eh…. lo facevamo saltare in aria…. Cirù…. eh, tu l’avevi letta la lettera che gli hanno mandato?”. A parlare è Eugenio Costantino a colloquio con Ciro Simonte il quale risponde: “sì… il pizzino!”. Costantino aggiunge: “no… gli hanno mandato una lettera dopo… tramite me… che quando l’ha letta, figlio mio… le orecchie si sono incriccate così….Ah, gli abbiamo mandato una lettera talmente scritta bene e talmente con tanti di quei…. cioè gli hanno fatto… si vede che avevano gente laureata nel gruppo, gli hanno fatto la cronistoria di come sino iniziate le cose, di come erano i patti e di come andava a finire…. si è messo a piangere oh, davanti a me e zio Pino” (Giuseppe D’Agostino, un altro degli arrestati). E, ancora, “piangeva…. per la miseria…. si è cagato sotto…, cagato completo… totale…. Ogni tanto, solo così possiamo prenderci qualche soddisfazione, altrimenti non ne avrei mai nella vita soddisfazioni… perché il potere lo hanno i politici e la legge. Però ogni tanto vaffanculo, con l’aiuto degli amici una soddisfazione ogni tanto ce la prendiamo….”.