L’allarme per le protesi mammarie di tipo Pip (Poly implants protheses), partito dalla Francia si è presto diffuso in Gran Bretagna. Stando ai dati riportati questa mattina dai giornali, secondo il Dipartimento della Salute, sono circa 50.000 le donne a rischio.
Le protesi in silicone sotto inchiesta, prodotte sottocosto da un’azienda francese, sono state esportate in tutto il mondo, ricorda oggi l’Independent. Fino ad oggi in Francia sono stati “segnalati” otto casi di cancro al seno in donne che avevano impiantato queste protesi, di cui uno mortale.
L’Associazione britannica di chirurgia estetica plastica (British Association of Aesthetic Plastic Surgeons) ha affermato che è “consigliabile” prendere in considerazione l’ipotesi di rimuovere le protesi: “Siamo assolutamente d’accordo con la Francia. Non è irragionevole raccomandare di toglierle a causa dell’alta percentuale di rigetto e dello scarso controllo di qualità”.
Le protesi della Pip sarebbero state fabbricate con un gel non conforme, dieci volte meno costoso del materiale a norma, con un’alta probabilità di rottura dell’involucro e con un alto rischio di infiammazione dei tessuti e di sviluppare un tumore.
In Italia, il ministro della Salute Renato Balduzzi ha convocato d’urgenza il Consiglio Superiore di Sanità in seguito alla segnalazione delle autorità francesi.