Nel Regno Unito, la crescita del Pil in termini reali ha evidenziato un “modesto recupero nel terzo trimestre, tuttavia le prospettive rimangono moderate, malgrado l’attenuazione dei rischi legati a una Brexit disordinata”. E’ quanto si legge nel Bollettino economico n. 8 del 2019 della Banca centrale europea. “Dopo la contrazione subita nel secondo trimestre (-0,2 per cento sul periodo corrispondente), il Pil in termini reali e’ cresciuto dello 0,3 per cento nel terzo trimestre, rafforzato da un’espansione delle esportazioni nette inaspettatamente forte. La crescita dei consumi privati e’ rimasta solida (0,4 per cento sul trimestre precedente) – evidenzia il documento della Bce – alla luce di una piu’ forte espansione dei salari reali nel corso del 2019 e grazie all’ulteriore sostegno dei consumi collettivi (0,3 per cento sul trimestre precedente), mentre gli investimenti e le scorte hanno continuato a esercitare un freno sulla dinamica espansiva”.
Le “incertezze legate alla Brexit sono rimaste elevate, vincolando la crescita nel breve periodo”, segnala il Bollettino economico Bce. “Le prospettive di crescita a piu’ lungo termine rimangono strettamente correlate alla natura degli accordi commerciali finali conseguenti la Brexit, non ancora stipulati tra il Regno Unito e l’Ue. L’inflazione ha registrato un forte calo all’inizio del quarto trimestre, con il dato relativo all’inflazione sui dodici mesi misurata sull’Ipc nel Regno Unito che e’ sceso all’1,5 per cento a ottobre, dall’1,8 per cento del terzo trimestre. Il calo – spiega il Bollettino – riflette l’impatto dei piu’ bassi prezzi del petrolio denominati in sterline rispetto allo scorso anno, dei minori prezzi all’importazione dovuti all’apprezzamento della sterlina britannica a partire da settembre e un forte effetto al ribasso sui prezzi dei beni energetici in ambito nazionale conseguente la riduzione del massimale dei prezzi dell’energia applicato dalle autorita’ competenti, che probabilmente subira’ un’inversione di tendenza nella primavera del 2020”.