Nella bozza si mira anche a prevenire gli abusi. Si sancisce dunque che «la prestazione lavorativa viene eseguita in parte all’interno dei locali dell’amministrazione e in parte all’esterno di questi. Ma in ogni caso entro i confini del territorio nazionale, salva l’ipotesi in cui la sede di lavoro sia collocata in uno stato estero». Si vigilerà, quindi, affinché non si ripetano casi spiacevoli, come quei lavoratori che hanno sfruttato lo smart working per prendersi una vacanza alle Canarie o alle Maldive.
La giornata di lavoro da casa – sottolinea ancora Il Tempo – sarà divisa in tre fasce orarie. La prima è quella dell’«operatività», durante cui il dipendente dovrà sempre essere «nelle condizioni di essere operativo e, pertanto, di iniziare entro un brevissimo lasso di tempo i compiti e le attività» che gli vengono assegnati. Poi, c’è la fascia di «contattabilità», in cui potrà essere raggiunto da email, messaggi e telefonate. Infine, c’è la fascia «inoperabilità», in cui il dipendente avrà la sicurezza di potersi riposare. Riposo che dovrà essere di undici ore consecutive. Il lavoro agile – infine – sarà assegnato in base ad accordi individuali tra l’amministrazione e il dipendente. Chi ha figli piccoli (minori di 3 anni), o è portatore di handicap o assiste persone disabili, avrà un canale preferenziale.