Renato Zero in una intervista al Messaggero e a Libero analizza la situazione politica italiana con durezza, avendo a cuore la meritocrazia, “del tutto ignorata in Italia”: “Con la mia musica non mi sono mai sottratto per cambiare in meglio questo Paese: a 17 anni, per esempio, ho scritto Qualcuno mi renda l’anima contro la pedofilia. Quindi un riconoscimento per tutto quello che ho fatto penso di meritarlo’, spiega il cantante. Che poi denuncia un Sud “completamente al buio, a cui hanno staccato il contatore”. E attacca il sindaco Gualtieri: “Da Roma in giù siamo tutti extracomunitari. La mia città così in basso, io che sono nato nel 1950, non l’ho mai vista. E mi manca anche quella Roma puttanona che si dava a tutti, sorrideva e aveva sempre la battuta pronta”.
«Da romano sono stato invaso da chi ha cercato di defraudarmi della mia romanità: i politici. Per l’invadenza di costoro tutti noi romani ci siamo sentiti stranieri a casa nostra, a Trastevere ormai senti parlare sempre più inglese. Vi sembra normale?». E così rinnova «una mia vecchia proposta che è in realtà è una provocazione: perché non spostare il governo da Roma a Torino? Noi romani saremmo contenti di non essere più la capitale d’Italia, tanto siamo già la capitale del mondo».
I racconti di Renato Zero passano anche attraverso il tema della discriminazione di genere, che negli anni Sessanta, a uno come lui, lo avevano coinvolto personalmente. “Alla fine degli Anni ’60 uno come me non s’era mai visto. Me la sono vista brutta spesso. Quando mi insultavano per come mi mostravo mi salvavo con la dialettica. A chi mi voleva picchiare chiedevo: ‘Perché mi odi? Che cosa ti ho fatto? Ragioniamo’. Glielo dicevo in italiano forbito, li spiazzavo, e mi lasciavano stare”, anche se un giorno – racconta – qualcuno arrivò a picchiarlo davvero, senza motivo. Oggi, però quando gli chiedono delle battaglie di sinistra e della Elly Schlein, lui risponde così: “Chi è? Ah, certo, l’utero in affitto: una assurdità. Si fa molta confusione con le parole. Non mi sembra ci sia urgenza di queste cose. Ci sono tanti bambini da adottare. Bisognerebbe snellire le pratiche per poterlo fare”.