Si fa più serrato il pressing di Forza Italia sul premier Renzi per l’approvazione della riforma elettorale. Brunetta lancia un ultimatum: approvi la riforma elettorale prima di Pasqua, altrimenti casca l’accordo. Pure il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, sostiene altrettanto ed al ministro Boschi manda a dire che le riforme sono possibili solo con l’appoggio di Forza Italia. Brunetta ha giustamente detto che bisogna fare la legge elettorale entro Pasqua. Ma la Boschi dice che a Pasqua mancano solo dieci giorni. Non fanno in tempo? Ma come, un fenomeno come Renzi in dieci giorni dovrebbe rifondare l’Italia e non riesce nemmeno a dire sì alla legge elettorale? In realtà a uno così bravo basterebbero poche ore. O no?, aggiunge un divertito Maurizio Gasparri. In realtà la riforma della legge elettorale è ferma da tre settimane al Senato e non è stata ancora consegnata alla Commissione Affari Costituzionali competente. Se è in grado di farlo, Renzi approvi la riforma elettorale, così com’è stata approvata dalla Camera, prima di Pasqua. Se non è in grado, non ha i numeri per farlo, ne tragga le conseguenze, magari anche con le sue dimissioni, prosegue Brunetta. Ha ragione, perché la legge elettorale è parcheggiata al Senato e non ancora incardinata. La riforma del Senato in realtà è stata approvata lunedì scorso dal Consiglio dei ministri, ma non è stata consegnata agli uffici competenti di Palazzo Madama. Sulle riforme non accettiamo ultimatum da nessuno meno che meno da Brunetta. Se stanno al gioco delle riforme bene se no al Senato ce la facciamo. Così un piccato Matteo Renzi parla degli ultimatum di Fi sulle riforme. Le questioni interne se le risolvano loro. Noi rispettiamo il loro dibattito interno ma non accettiamo ultimatum da nessuno. A chi chiedeva se la maggioranza ha i numeri al Senato per approvare la riforma del bicameralismo il premier risponde: “Ce la facciamo, ce la facciamo”. In realtà FI è di diverso avviso e sottolinea che queste riforme sono possibili solo con il loro l’appoggio, l’appoggio di un vero partito riformista. FI non molla questo percorso di riforme, ma il premier non deve scaricare sul Parlamento e su di noi tutti i guai che gli danno i suoi. E vuole ricordare che senza Forza Italia la legge elettorale non sarebbe passata alla Camera, dove c’erano i franchi tiratori del Pd. Senza il loro appoggio non sarebbe passata nemmeno l’abolizione delle province, che tra parentesi non sono state abolite ma è stato abolito il diritto di voto per le province. E’ il consigliere politico di Berlusconi che parla ed evidenzia: “I patti del Nazareno sono la rotta: non vorrei che si dimenticasse che l’Italicum è uscito dal Nazareno in un modo e poi Renzi ha chiesto a Berlusconi di rinegoziare alcuni punti della legge. L’Italicum è uscito molto bene dal Nazareno, è uscito benino dalla Camera e non vorremo che uscisse male dal Senato.”. Non risultano comunque fissati incontri tra Renzi e Berlusconi.
Cocis