La giornata padovana del premier è partita dal Due Palazzi. Dopo un colloquio con il personale della polizia penitenziaria, Renzi ha visitato i laboratori gestiti della cooperativa Giotto, come ad esempio la pasticceria, la legatoria, il call center, la parte informatica. ‘Una visita bellissima, ha dedicato quasi tutto il tempo a camminare, salutare e incontrare tanto il personale di polizia dell’amministrazione penitenziaria, quanto gli operatori delle cooperative e i detenuti. Avrà stretto la mano a 150 detenuti almeno’, ha detto Nicola Boscoletto, presidente dell’Officina Giotto. Renzi ha ascoltato i vari problemi e detto che avrebbe fatto presente a chi di dovere, dando una parola di conforto a chi ne aveva bisogno, soprattutto a chi è condannato a pene lunghe o per reati ostativi. Un detenuto nordafricano gli ha chiesto anche un autografo con dedica per il figlio. Ad attenderlo, in centro, una quarantina di ‘No Global’ che hanno protestato contro la Buona Scuola con megafono, striscioni e trombette. All’arrivo all’università oltre al rettore Rosario Rizzuto anche il sindaco Massimo Bitonci con cui c’è stata una formale stretta di mano. ‘Da noi sembra che se uno va in Europa per chiedere il rispetto delle regole vuole fare il Pierino, il Gianburrasca, anziché voler che si apra un dibattito politico su di esse’, ha detto il premier parlando all’Università di Padova. ‘Il ministro dell’Università sta firmando proprio oggi le misure che porteranno 500 milioni in più che abbiamo messo nel programma per la ricerca, che serviranno per attrarre nuovi ricercatori’. Renzi ha anche ricordato che nella manovra di bilancio sono stati inseriti 280 milioni di euro per sostenere i dipartimenti universitari: ‘Non vogliamo più parlare della fuga dei cervelli, vogliamo attrarre cervelli. Se uno vuole andarsene vada, ma quelli che pensano di voler fare ricerca nel proprio paese ritornino qui. Il corpo docente si deve riscoprire classe dirigente, almeno quanto la classe politica e le istituzioni. Noi abbiamo bisogno dei nostri ‘cervelli’ non solo per essere orgogliosi del nostro passato, ma anche per essere gelosi del nostro futuro’.
Cocis