Renzi attacca Bonomi: “A gennaio chiedeva il Conte ter, ora osanna Draghi”

“Ammiro le conversioni sulla via di Damasco: Confindustria a gennaio chiedeva continuità sulla linea economica Conte-Gualtieri e molti bollavano come irresponsabile aprire la crisi. Meno male che abbiamo ascoltato il nostro cuore e non i loro suggerimenti. Oggi c’è Draghi, l’Italia è più forte”. La stoccata al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in un’intervista a ‘La Repubblica’,

“Ho apprezzato la relazione” di Bonomi, “ma giudico stucchevole l’attacco alla politica. È naturale che i partiti si dividano per le amministrative o per il Quirinale: si chiama democrazia. Non conosco il dottor Bonomi e non dubito della sua passione civica, ma – sottolinea Renzi – non prendo lezioni di politica da lui. Del resto ricordo il suo appello televisivo a sostenere il Conte ter, con tanto di esplicita indicazione del ministro dell’Economia mentre io lottavo per la ‘svolta Draghi’. Al milanese Bonomi ricordo il detto milanese: Ofelè fa el to mestè. Ognuno faccia il suo mestiere, senza invadere il campo altrui. Bonomi rispetti la politica quanto noi rispettiamo l’impresa. Attaccare i partiti per un applauso è roba da populisti”. Per fortuna ora c’è Mario Draghi perché, dice Renzi, ora “c’è grande entusiasmo degli imprenditori. E ciò è positivo. Più fiducia significa più Pil e posti di lavoro”.

Per l’ex presidente del consiglio, “Draghi può fare tutto. Può fare il presidente della Repubblica con autorevolezza e prestigio. Può rimanere a Chigi gestendo la partita del patto di stabilità in Europa. Può guidare le istituzioni politiche europee dopo aver governato quelle finanziarie. Lui può. Inutile tirarlo per la giacchetta adesso, ne parleremo a febbraio”.

Per quanto riguarda una possibile convergenza tra Iv e il centrodestra sul Quirinale, Renzi sottolinea che “non solo è possibile, ma probabile. Il Presidente lo eleggeremo insieme al centrodestra, certo, e insieme al centrosinistra, come prevede la filosofia del ruolo. Lavoro per un accordo di tutti, o comunque di tanti. Non serve una contrapposizione, ma dialogo con tutti. È politica”.

Parlando della riforma fiscale, il leader di Italia Viva spiega che va fatta “abbassando le tasse sul lavoro. Dobbiamo aumentare i salari senza pesare ancora sulle imprese. La filosofia è quella degli 80 euro: l’abbassamento delle tasse deve vedersi subito in busta paga. Aumentare i salari: questa è la nostra priorità. E dovremmo rilanciare sulla redistribuzione degli utili aziendali, favorendo fiscalmente gli imprenditori che condividono parte degli utili coi lavoratori. Questo è il campo di gioco su cui definire un patto tra governo, imprese e sindacati. Servono più soldi ai lavoratori, subito”.

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