Renzi –Bersani: domani la resa dei conti. Il sindaco allo sfidante: “Le va un caffè con me?”

“Caro Bersani, siamo entrambi a Milano. Ci prendiamo un caffé insieme e facciamo un appello alla serenità per domani?”.  Pace fatta tra i due candidati alla premierschip del Pd? Bè, l’invito che Matteo Renzi rivolge a Bersani su twitter,  sembra più una nuova, l’ennesima, trovata pubblicitaria per conquistare una fetta più ampia di elettori in vista del ballottaggio di domani .

Non a caso sembra essere poco coerente con il lungo intervento pubblicato poco prima su facebook. “Noi e loro” è il titolo, emblema della linea di demarcazione che Renzi traccia tra sé e i suoi sostenitori e  gli altri del centrosinistra.

 Nel lungo ‘post’, il sindaco di Firenze spiega anche le sue ragioni, quantificandole in 20 ‘evidenti’ differenze, la prima delle quali legata  al finanziamento pubblico ai partiti.  Ma c’è di più. Renzi si scaglia contro i privilegi concessi agli altri,  ribadendo che “noi non abbiamo vitalizi, perché il vitalizio è la morte della dignità della politica. Loro sì”. "Noi abbiamo messo online tutte le spese del Comune di Firenze e del comitato elettorale, comprese le fatture”. “Noi vogliamo un’Italia che scommetta sulla green economy, sull'abolizione dei sussidi alle solite imprese, sulle piccole manutenzioni". "Noi siamo considerati i berlusconini, loro però si sono dimenticati del conflitto di interessi”… continua così Renzi  per un’altra decina di righe, cercando di mettere, alla viglilia del ballottaggio day, le polemiche sullo scontro sulle regole delle primarie.

“Le regole non si cambiano in corso d’opera. Se si fa una partita a pallone c'é il primo tempo e il secondo con le stesse regole”, ha dichiarato Bersani in un intervento su Repubblica.tv.   Ed ancora: “Le ho volute io queste primarie. Ma di cosa stiamo parlando? Io potevo essere il candidato del Pd senza tutta questa cosa. Ho forse paura che i tre milioni diventino quattro?”, ha dichiarato, contestando a Renzi  la leggenda metropolitana secondo cui avrebbe paura della partecipazione. della partecipazione andrà smentita: ho vinto ovunque nelle grandi città. E’ un'accusa ridicola”, aggiunge il segretario del Pd, che puntualizza:  “Voglio che si capisca, al prossimo giro, che le regole vengono prima del consenso”. Dunque per Bersani, “primarie aperte sì, ma evitando che si trasformino in un porto di mare”.

Intanto la resa dei conti si avvicina: l’auspicio è che chiunque vinca , si attenga alla regola fondamentale del rispetto dei cittadini.

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