“Il risultato del voto e’ molto positivo, oggi sono cinque le regioni guidate dal Pd e dal centrosinistra. Si e’ passati in un anno dal 6 a 6 ad un sonoro 10 a 2 sul centrodestra”. A parlare è Matteo Renzi che interpreta i dati elettorali, che hanno consegnato al Pd il 5 a 2 alle regionali. Dopo il voto andiamo avanti, dunque, con ancora maggiore determinazione nel processo di rinnovamento del partito e di cambiamento del Paese, puntualizza con decisione, e se qualcuno pensa di frenarmi sbaglia di grosso. Tanto più che, a parte l’agguato dei soliti masochisti irresponsabili in Liguria, abbiamo vinto bene. Perciò vado avanti ancora più determinato, faremo altre riforme e nel 2018 raccoglieremo i risultati. Per tre anni si lavorerà tranquilli, non ci sono altre elezioni. Detta poi una chiara linea da seguire per la minoranza: “D’ora in poi i -minorati- non potranno fare giochini. Chi ci sta, bene. Chi non ci sta, è fuori. Avremo i numeri in Parlamento per poter fare a meno di loro”. E’ un BriatorRenzi che parla: “Chi non ci sta è fuori…”. Già i big del partito, da Lorenzo Guerini a Debora Serracchiani, avevano parlato di una “vittoria” definita “chiara e netta”, lasciando agli altri solo le briciole: “Il M5S rivendica un risultato pari allo zero, il centrodestra festeggia una debacle e una parte della sinistra festeggia la vittoria della destra”, ha sintetizzato Matteo Orfini. Renzi considera pertanto il governo ben al sicuro dalle tempeste elettorali. La minoranza interna si affida invece alle parole di Bersani ed Alfredo D’Attorre, che hanno lasciato l’amaro in bocca a Renzi: “Una cosa incredibile. Il Pd ha perso 2mln di voti rispetto alle europee, 1mln sulle politiche e circa 500mila sulle precedenti regionali…”. La richiesta fatta dalla minoranza è quella di una verifica senza rimozioni nè trionfalismi. La Direzione è stata convocata per lunedì. Ma il premier pensa anche ad un intervento concreto sul partito. Le voci parlano di Guerini capogruppo e di un nuovo vice segretario, e potrebbe essere Ettore Rosato a scambiare il posto con Guerini. Oppure la guida del gruppo potrebbe andare ad un esponente della minoranza, come Enzo Amendola. Voci, perchè su questo fronte lo stesso Renzi non ha tradito alcuna urgenza particolare. La vittoria di Forza Italia in Liguria brucia e sotto accusa vanno le divisioni di quella che Matteo Renzi, in campagna elettorale, ha più volte definito la “sinistra masochista”. La Lega, dopo la campagna a tappeto del leader Matteo Salvini, ottiene una buona affermazione, soprattutto al centro e il leader del Carroccio mette una seria “Opa” sulla guida del centrodestra. Bene anche il Movimento cinque stelle che in tutta Italia si stanzia sul 20% con punte in alcune zone come Genova, dove la più giovane candidata governatrice, Alice Salvatore, sfiora un sorprendente 25%, staccata solo di tre punti dalla candidata Pd Lella Paita. I pentastellati sono addirittura il primo partito in tre regioni. Uno dei dai emblematici è la bassa affluenza alle urne, perchè si è recato ai seggi solo il 52,2% degli italiani nelle sette regioni in cui si votava, quasi 12 punti in meno rispetto al 64,1% delle precedenti consultazioni omologhe a quelle di ieri. Riguardo all’elezione di De Luca a governatore della Campania si ripete che lo stesso era candidabile, eleggibile e insediabile e seguirà questo percorso. Dopodiché c’è una legge che assegna competenza agli organi di governo. Ma la legge non parla di decadenza, ma, eventualmente di sospensione. Lo dice Lorenzo Guerini. A chi gli chiede se c’è la possibilità che si torni al voto in Campania risponde secco: “No”. Stessa risposta a chi gli chiede se ci sia l’ipotesi che il governo cambi la Severino dopo l’elezione di De Luca. E’ lo stesso Renzi, invece, ad intavolare il discorso dell’avanzata della Lega: “Quel Salvini è l’unico da temere. Cavalca le paure e l’indignazione della gente sull’immigrazione ed è premiato. Ciò vuol dire che la nostra risposta è inadeguata, non è all’altezza delle aspettative dei cittadini. E’ dunque indispensabile compiere un’analisi approfondita e offrire nuove soluzioni”.
Roberto Cristiano