Matteo Renzi, pur se procedendo a tappe forzate, vuole approvare entro aprile un pacchetto di riforme che vanno dal Jobs Act, alla Pubblica amministrazione e dalla giustizia civile alla semplificazione fiscale. Il premier ritiene necessario approvare il tutto per scongiurare una procedura d’infrazione per deficit eccessivo e per il varo del nuovo Piano di riforma nazionale (Prn) che andrà, ad aprile, presentato a Bruxelles. Renzi è anche galvanizzato dalle prime pagelle delle agenzie di rating che vedono la bilancia dei conti dell’Italia abbastanza solida tenendo il passo con gli altri paesi europei. Resta comunque il fatto che le prospettive economiche per il futuro sono fragili. L’agenzia di rating canadese DBRS ha mantenuto un approccio cauto nel dare un giudizio aggiornato sull’economia del nostro paese, confermando il codice A, ovvero basso. Gli analisti canadesi hanno, nel contempo, riconosciuto lo sforzo dell’Italia per il consolidamento fiscale e l’effetto benefico che la riduzione dei tassi d’interesse sul nostro debito sovrano ha avuto per le casse del nostro governo. Gli stessi analisti hanno giudicato positivamente sia le riforme elettorali ed istituzionali, attualmente in discussione al parlamento, e l’ampia riforma del mercato del lavoro, finalizzato ad un aumento della flessibilità ed al rilancio della competitività. Le riforme strutturali nel lungo tempo rinforzeranno la crescita ma nel presente le prospettive restano deboli. Ovvero, che l’indebolimento del nostro Pil indica una caduta della ricchezza nazionale per il 2014 ed una piccolissima ripresa per il 2015. Per il 2016 la DBRS prevede che il rapporto debito Pil salirà dall’attuale 131% al 134% ma inizierà poi una curva discendente. In nuce la valutazione è positiva, fermo restando la strada delle riforme messa in campo da Renzi.
Clementina Viscardi