L’Italia ha le condizioni per ripartire in modo straordinario e dobbiamo incoraggiare la ripresa. Le riforme servono a dire che il Paese inizia un periodo di percorso strutturale che consentirà agli italiani ed all’Italia di guidare la ripresa ed essere protagonisti uscendo dalla sindrome del no. Basta con la logica del no, ed è questo il forte punto di vista di Renzi. Le prospettive economiche sono d’altra parte non incoraggianti e spingono il governo alla prudenza ed il premier ha frenato sull’estensione del bonus di 80 euro a pensionati e partite Iva. “Non sono in grado di garantire l’estensione degli 80 euro a pensionati e partite Iva ma posso negare che dal governo arriverà una stangata. I dati sulla crescita sono altalenanti ed è un tema che riguarda l’Italia. C’è invece un tema che riguarda l’eurozona e se chiediamo in Europa un cambio di politica economica non lo chiediamo per sforare, noi rispettiamo impegni ma ci sembra che, ad esempio, in Usa si cresca di più. Sulla crescita ci aspettavamo dati più alti, in linea con le previsioni dell’eurozona, ma purtroppo non è quello e lavoreremo con maggior determinazione. Che il pil sia zero o 0,6% dobbiamo fare di tutto per rimettere in moto l’economia italiana. La percentuali dei giovani senza lavoro è troppo alta, il risparmio sta crescendo e c’è una domanda degli investitori internazionali che si vede nei risultati come l’intesa di ieri tra Cassa Depositi e Prestiti e cinesi”. E’ chiaro che lo stentare della ripresa sta condizionando il profilo di finanza pubblica. Questo non vuol dire, come sottolineato da Renzi, che il governo abbia idea di fare una manovra correttiva. In questo momento c’è bisogno di una crescita, anche se di minima intensità. Il governo ha comunque presentato lo Sblocca Italia e Renzi scommette sulla capacità del provvedimento, che sarà approvato dal consiglio dei Ministri a fine agosto, di poter dare al Paese la scossa che serve. L’operazione sarà articolata in 10 capitoli e punta ad incidere su diversi settori in cui lo sviluppo appare rallentato dalla burocrazia e dalle incapacità politiche locali. Sarà una “grande leva di enorme valenza senza uso addizionale di risorse pubbliche”, come precisato da Pier Carlo Padoan, e ruoterà intorno allo sblocca cantieri. Palazzo Chigi garantisce che molte grandi opere ferme e già finanziate si sbloccheranno attraverso un pacchetto di semplificazioni.
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