Insegnanti imbavagliati e incatenati davanti alla scuola primaria "Dino Romagnoli" al quartiere Pilastro per protesta contro Ddl "Buona Scuola". Bologna, 18 Giugno 2015. ANSA/GIORGIO BENVENUTI

Renzi: “Discutere e votare sulla scuola o saltano gli investimenti”

Il governo non chiude al dialogo sulla scuola ma cerca anche di stringere i tempi visto, tra l’altro, il nodo dell’assunzione dei precari. Il sottosegretario Davide Faraone, sottolinea che l’obiettivo è chiudere entro l’estate: “Entro l’ estate il disegno sarà legge. Fallire sulla scuola vorrebbe dire veder fallire l’anima del governo, non accadrà. Pensavamo bastasse mettere soldi sulla scuola, invertire una traiettoria storica al ribasso, per avere la fiducia della classe docente e ricomporre quello specchio rotto che oggi è l’ istruzione italiana. I fatti ci hanno smentito e ora, fermandoci, facendo autocritica, dimostriamo di saper tornare ad ascoltare professori, presidi, studenti, genitori, sindacati”. Si tenta dunque una mediazione ma non è escluso che, alla fine, il governo possa ricorrere allo strumento del maxi-emendamento e della fiducia. Intanto proseguono le proteste in tutta Italia. A Bologna alcuni prof hanno consegnato le pagelle incatenati e imbavagliati per chiedere il ritiro del ddl.  E’ la protesta messa in atto da alcuni insegnanti della scuola elementare Dino Romagnoli, nel quartiere Pilastro, nella prima periferia di Bologna, contro la riforma la ‘Buona scuola’ del Governo di Matteo Renzi. Gli insegnanti avevano al collo dei cartelli contro il ddl: ‘Ci vogliono così…’, ‘Ritiro immediato’, ‘Assumere tutti i precari ora’, ‘Ddl è distruzione docenti lavoratori’. Accordo su un pacchetto di correzioni ed esame a tappe forzate in commissione. O “blitz” con rinvio in Aula, maxiemendamento e fiducia. E’ a questo bivio la riforma della scuola. Entro martedì si deciderà quale strada imboccare. Molto dipenderà dalla possibilità di trovare una sintesi dentro il Pd, perché i senatori della sinistra dem sono determinanti in commissione e rischiano di esserlo anche in Aula. Ma il tentativo in atto è approvare la riforma della scuola entro la metà di luglio. Con un testo che assorba il dialogo con il mondo della scuola, rilanciato da Matteo Renzi con l’annuncio di una conferenza nazionale, e insieme permetta di far partire da subito la ‘road map’ delle 100mila nuove assunzioni. Nel giorno della seconda prova della maturità vanno avanti le proteste degli insegnanti, tant’è che a Bologna i maestri di una scuola elementare consegnano le pagelle incatenati. E la Gilda arriva a ventilare il sospetto che sia una conseguenza del ricatto del governo Renzi sulla riforma, la decisione della Corte Costituzionale di rinviare la sentenza sul ricorso che i precari hanno presentato dopo la decisione della Corte di giustizia Ue del 26 novembre in favore della stabilizzazione. Sulle riforme non ci fermiamo, andiamo avanti dritti, il cammino è ancora lungo, afferma il premier in un messaggio all’assemblea degli industriali di Lecco e Sondrio. Dateci una mano, scrive, per cambiare davvero il Paese. Il governo ce la sta mettendo tutta, lo fa tra mille difficoltà esterne e problemi. Renzi fa l’esempio del tema “immigrazione, cavalcato da taluni strumentalmente”. Ma anche sulla scuola, continuano a denunciare i renziani, bisogna superare il muro dei quasi 3000 emendamenti di chi vorrebbe fermare la riforma. Avanti tutta sulle riforme, è la linea del premier. Tant’è che si potrebbe puntare a portare in Aula al Senato entro fine giugno la riforma della Rai dove sono ‘solo’ 300 gli emendamenti in commissione. Sul ddl La buona scuola la minoranza Pd continua a chiedere che la discussione riprenda dopo aver messo al sicuro le 100 mila assunzioni in un decreto. E per questo Walter Tocci consegna al ministro Stefania Giannini una bozza di testo ‘pronta all’uso’ del governo. Corradino Mineo, intanto, sfida Renzi definendolo un “decisionista sempre più indeciso”. Ma sul decreto resta il no del governo: la riforma, dice il sottosegretario Gabriele Toccafondi (Ap), deve andare “avanti tutta insieme”. Il tentativo che i relatori stanno portando avanti in queste ore è presentare per martedì, quando riprenderanno i lavori in commissione, un pacchetto di emendamenti che riscrivano il testo provando a ridurre le distanze nel Pd. Con la blindatura della maggioranza e uno sfoltimento delle proposte di modifica, infatti, si potrebbe provare ad andare avanti a tappe forzate in commissione, lavorando di notte e nei weekend. E a quel punto puntare al via libera entro la metà di luglio o al più, magari con una pausa di riflessione più lunga, l’inizio di agosto. Se la via del dialogo si rivelerà impraticabile, però, si potrebbe scegliere, ribadiscono i renziani, di mandare il testo in Aula al Senato senza approvazione della commissione e lì mettere la fiducia su un maxiemendamento. Già giovedì della prossima settimana, ipotizza qualcuno. Se sul piatto fosse la vita stessa del governo, infatti, difficilmente la minoranza dem farebbe mancare i numeri. Dal ministero i relatori attendono anche di sapere, a seconda dei tempi di approvazione, come si potrà modulare la ‘road map’ delle assunzioni. Con un’approvazione lampo, si potrebbe puntare ad assumere 50mila del turn over a settembre e gli altri nel corso degli altri. Altrimenti le stabilizzazioni che non rientrano nel turn over potrebbero slittare al 2016. L’opposizione però continua a protestare contro il governo. Il M5s denuncia un atteggiamento irresponsabile. La verità è che Renzi ha fallito, dice Nichi Vendola, stabilizzi i precari e dia il tempo al Parlamento di riscrivere da capo la riforma.

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