Renzi e Berlusconi alla conquista del centro

La strategia è figlia del ‘Patto del Nazareno’.

Alle prossime politiche l’idea di Renzi, sarà quella di allargare le liste del partito al mondo dell’associazionismo, ai cattolici e ai liberali. Perciò sono iniziate le manovre di avvicinamento e corteggiamento agli uomini vicini a Casini, a quelli di Scelta Civica e Flavio Tosi(sindaco di Verona uscente) che al ballottaggio per il suo candidato riceverà l’appoggio del Pd, contro la lista di centrodestra.La strategia è figlia del patto con Silvio Berlusconi che, oltre al proporzionale prevedeva proprio la conquista e la spartizione dell’area moderata, rappresentata dal centro.Questa è la riprova che il centro resta strategico, ma è anche la testimonianza che la spinta propulsiva del Pd si è esaurita, né si può immaginare il 40% ottenuto al referendum dello scorso dicembre come un territorio esclusivo ove poter pascolare. Altrimenti non si spigherebbero le voci circa i tentativi di avvicinamento al leader di Scelta Civica, Enrico Zanetti, e le fusa che continuamente vengono fatte ad alcuni rappresentanti di Alternativa Popolare di Alfano, con grande disappunto del Ministro degli Esteri. Non a caso Matteo Ricci, responsabile del Pd degli Enti locali , in un’intervista al Corriere della Sera, parla di un allargamento del Pd a sinistra e al centro, da Pisapia a Flavio Tosi.Sembra quasi una riedizione dell’Ulivo e dei suoi innumerevoli ‘cespugli’, anche se il segretario del Pd respinge con forza questa ipotesi.Certo sarebbe difficile immaginare un cartello composto da un uomo di sinistra come Pisapia e uno di destra quale Tosi. Non basterebbe a conciliare le diverse anime di sinistra e destra il super programma varato da Prodi per tenere insieme l’Ulivo, perché oggi i tempi e le circostanze storiche e politiche, sia nazionali che internazionali sono cambiate e l’affermazione di un Movimento come quello dei 5 Stelle ha scompaginato le fila dei partiti e soprattutto ha ridimensionato l’obiettivo del Pd che puntava a diventare il ‘Partito della Nazione’, facendogli venir meno anche la capacità di forte mediazione in uno alla premiership del suo segretario. Anche perché, se è vero che lo statuto dei democratici prevede la candidatura a Palazzo Chigi, è altrettanto vero che tale norma non esiste negli altri statuti. E’ un’oggettiva difficoltà del segretario , ma costituisce un problema minore rispetto al disegno di mettere insieme destra e sinistra, senza rispolverare l’Ulivo di Romano Prodi, a cui in queste ore sembra essersi affidare per mediare a sinistra. Intanto Renzi continua a corteggiare il centro, Ma un conto è provarci, altro è riuscirci.

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