Si chiameranno “unioni civili” i matrimoni gay che il governo si appresta a presentare nei prossimi giorni. Nei suoi aspetti essenziali è un disegno di legge totalmente ispirato e fotocopiato dalla Germania: “Eingetragene Lebensgemeinschaft” che, per chi non conosce il tedesco, può essere riassunto in “non matrimonio gay” che non prevede, a meno che uno dei due non fosse il genitore naturale, l’adozione di bambini esterni alla coppia. Quindi, non matrimonio ma “unione civile”. Il premier ha infatti chiesto ad Antonella Manzione, capo dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi, di preparare un testo da portare al Consiglio dei ministri entro la fine del mese. Matteo Renzi già ai primi di settembre, all’ambasciata italiana presso la Santa Sede, incontrò il Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, il segretario del Sinodo Lorenzo Baldisseri, ed il presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, ai quali annunciò la novità in arrivo. D’altra parte anche Papa Francesco stava preparando la rivoluzione del Sinodo che ha aperto fortemente ad i gay. In termini di dottrina è fatto e cosa fortemente rivoluzionaria e molto discutibile. Consideriamo, inoltre, che Angelino Alfano aveva dato un forte “stop” alla trascrizione dei matrimoni gay da parte dei sindaci nei registri comunali. Il Sinodo dei vescovi, con il riconoscimento del rapporto omosessuale, ha dato un forte impulso alla norma, da parte dello Stato italiano, che riconoscerà le unioni tra persone dello stesso sesso. Per inciso, lo Stato italiano in Europa è l’ultimo a farlo. La Corte costituzionale fin dal 2010 aveva già messo in mora il Parlamento sulla questione. E’ prevista per questa “unione civile” una parità di diritti, ben omologata a quella del matrimonio tradizionale: reversibilità della pensione, diritto alla successione in caso di morte e possibilità di assistenza negli ospedali e nelle carceri, partecipazione ai bandi per le case popolari e sussidi fiscali. Il cammino parlamentare avrà inizio in modo spedito e da Forza Italia arriveranno i consensi più larghi. Con Ncd si è forse arrivati ad una tregua, avendo Renzi trovato mezzo miliardo da destinare agli sgravi fiscali per aiutare le famiglie numerose. Per Alfano il quoziente familiare è sempre stato un cavallo di battaglia e potrebbe, sui matrimoni gay, abbassare le armi.
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