Renzi e l’ipotesi di patto a tre

Aspettando l’ex Premier, tutti cercano di capire quale sia la mossa segreta che dice di avere in serbo.

Avversari, alleati e compagni di partito sono tutti in attesa di vedere in che modo Renzi darò scacco matto al Parlamento. Si dice nei palazzi del potere che Berlusconi, dopo un attento studio del panorama politico abbia esclamato:”Secondo me è impazzito”. In questo giudizio non trapela affetto astio per qualche torto subito, ma forse un’analisi sulla disposizione dei pezzi rimasti a disposizione di quel “talento”(Renzi) che ha buttato all’aria una grande opportunità”.Certamente il Cavaliere non teme le elezioni anticipate, specie dopo che il Presidente Mattarella ha ‘blindato’ il Parlamento dicendo a chiare lettere di non volere elezioni di sorta senza una legge elettorale. Nel frattempo Berlusconi, sempre in attesa della sentenza di Strasburgo che gli restituisca ruolo politico e dignità sul piano umano e personale, prova a dividere la Meloni da Salvini e minacciando a fasi alterne di non fare la lista di centrodestra, passa le giornate ad esaminare i sondaggi, che lo portano alla convinzione che con la sua presenza in campo, Forza Italia possa raggiungere il 25% ed ipotizza un egual risultato del Pd, pur non vedendo all’orizzonte, in un ipotesi di governo di larghe intese, l’incarico a Matteo Renzi. Tra un’ipotesi e l’altra continua a scrutare lo scacchiere di Camera e Senato e ad attrezzarsi contro eventuali derive dell’ex Premier, come quella di un accordo con i grillini sulla legge elettorale. Un fatto è certo e scontato che i Senatori non voterebbero mai in fotocopia un testo votato dai colleghi della Camera. E su questi dati che ragionano anche i centristi, che hanno interpretato il possibile innalzamento della soglia di sbarramento al 5%, ipotizzato dal Pd, come il duplice tentativo di aprire un varco nella difesa della legislatura: potrebbe essere una provocazione per indurli a far cadere il governo e andare rapidamente ad elezioni anticipate; oppure arrivare ad un accordo per rendere unitaria la soglia del 3% nei due rami del Parlamento e aprire la strada alle elezioni anticipate. Che poi Renzi, tra i motivi che lo spingono, ci sia anche il test delle elezioni in Sicilia, dove secondo i sondaggi i partiti tradizionali sarebbero al lumicino, con la conseguenza di una schiacciante vittoria dei grillini, è un fatto ormai acclarato. Infatti un’eventuale vittoria degli uomini di Grillo finirebbe per influenzare, a favore di quest’ultimi, la campagna elettorale per le politiche. Perciò tra le date utile per il rinnovo anticipato di Camera e Senato è entrato anche il mese di novembre che vedrebbe abbinare la sfida di Roma con quella di Palermo. Ma le elezioni a novembre non convengono a Berlusconi a meno che non ci sia la sentenza di Strasburgo favorevole ed immediatamente esecutiva il che cambierebbe le carte in tavola, finirebbe da parte del Cavaliere la ritrosia verso un accordo sulla legge elettorale e la contrarietà ad elezioni anticipate. Però Renzi pare non possa attendere, e allo stato dei fatti non si capisce come possa dare scacco matto al Parlamento. Da non trascurare il messaggio di Salvini che pur di andare al voto subito si è detto disponibile a votare qualsiasi legge elettorale. E se Renzi cogliesse quest’opportunità Grillo-Salvini cosa accadrebbe?

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