‘Leggo che il segretario del Partito democratico mi invita a spostare un pò più lontano la tenda. Lo farò senza difficoltà: la mia tenda è molto leggera. Intanto l’ho messa nello zaino’, è la risposta al vetriolo quella di Romano Prodi alle affermazioni di Matteo Renzi sui risultati delle amministrative. Nell’analisi post ballottaggi, il pensiero di Renzi ruota attorno al concetto che una larga coalizione di centrosinistra non fa altro che avvantaggiare il centrodestra. Prodi, sentendosi chiamato in causa, ribatte: ‘Devo spostarmi più lontano? Lo farò senza difficoltà’.
Nelle scorse settimane Prodi aveva spiegato con la metafora della ‘ tenda’ la sua posizione: da anni l’ex premier non aveva rinnovato la tessera del Pd ma si era sempre considerato vicino al partito, come in una sorta di ‘tenda’ leggera da poter spostare nel caso le politiche dem non lo convincessero più, ma anche pronto ad avvicinarsi ancora di più se queste politiche lo avessero convinto. Ora le parole di Renzi sono sembrate come una sconfessione, non tanto della storia personale del Professore quanto del suo sforzo anche di questi giorni di unire le diverse anime del centrosinistra. La ‘tenda’, dunque, è ora nello zaino, per usare la metafora del Professore,
Interviene anche Dario Franceschini.’Bastano questi numeri per capire che qualcosa non ha funzionato?’, scrive in un post su Twitter pubblicando i grafici dei risultati del Pd a Genova, Parma, Verona e l’Aquila dal 2012 a oggi, in cui si nota una sostanziale flessione del partito. Il Pd è nato per unire il campo del centrosinistra, prosegue Franceschini, non per dividerlo.
Ed ecco la replica del leader Pd, che cerca di smorzare i toni. ‘Non possiamo inseguire oggi una discussione artificiale su quale sarà la coalizione che andrà alle elezioni. Abbiamo davanti un anno alle elezioni, confrontiamoci sui contenuti’, dice Renzi, secondo il quale bisogna parlare delle cose concrete, come l’Europa, l’immigrazione, le periferie e non tornare alla discussione di antica memoria su cespugli e cespuglietti. So quello che farò io nei prossimi mesi, aggiunge. Non inseguiremo la polemica ma tireremo fuori un progetto serio dell’Italia, stando fuori dai palazzi romani. Ci confronteremo con tutti: se ci andrà bene, torneremo al Governo, se ci andrà male avremo fatto un servizio all’Italia.