Renzi: “Farò del Pd ciò che Blair fece con il New Labour”

Il declino di Grillo e i suoi programmi nel caso in cui gli venisse affidata la segreteria del Pd . Sono i temi affrontati da Matteo Renzi, nel corso di un’intervista – verità  a “Il Foglio”. “Non sono particolarmente stupito dall’involuzione dei Cinque stelle. Non ho mai sottovalutato Grillo, ma non l’ho mai neanche sopravvalutato. I Cinque stelle si riassorbiranno, il Pd alle elezioni tornerà a conquistare gli elettori che ha dato in prestito a Grillo, e se il centrosinistra che ho in mente riuscirà ad affermarsi sono convinto che daremo vita a una potenza con il 4 davanti: ovvero un Pd che valga più del 40 per cento”, pronostica il sindaco di Firenze.

 “Ecco. Oggi dovrebbe essere chiaro che è stato il Pd, con le sue carenze e con i suoi balbettii, a far andare così forte i Cinque stelle, e che quello delle ultime elezioni è stato un nostro infortunio, non altro. Per questo mi piacerebbe che il mio partito si concentrasse sulla conquista degli elettori di Grillo e la smettesse di pensare a certi giochini con loro in Parlamento”. “Io lo vorrei fare perché ci tengo davvero al Pd”, aggiunge Renzi che però, sulla segreteria del Pd, non scioglie ancora la riserva. “Perché, ribadisce, ci sono anche dei ‘contro’ rispetto all’ipotesi di candidarsi”. “Io non voglio farlo a tutte le condizioni, il segretario”. Tra i ‘pro’, Renzi ci mette la sua voglia di fare del Pd un “partito innovativo, leggero, scattante, agile, e per questo non fragile, che possiamo cambiare l’Italia, imporre un bipolarismo di fatto, conquistare gli elettori degli altri partiti e dare una mano al governo, con lealtà  ma senza piaggeria, preparandoci come è giusto che sia all’appuntamento con le prossime elezioni smettendola di smacchiare i giaguari, smettendola di farci dettare l’agenda dai nostri avversari, smettendola – che palle! – di farci governare dalle correnti e cominciando a farlo davvero, questo benedetto Pd”. “Io sono pronto, sto già lavorando, ho un piano, sto preparando un documento, e mi affascina l’idea di poter fare nel Pd quello che Tony Blair fece nel 1994 con il New Labour”, aggiunge Renzi. Ma i dubbi smorzano ogni entusiasmo: “Non voglio che qualcuno pensi che soffra di ansia da posizionamento, che stia lì a brigare e a tramare per voler fare chissà che cosa”. Ma guai ad escluderlo dai programmi del partito: “Se non mi fregano con le regole, e se non provano a restringere la partecipazione, come hanno fatto con ottima lungimiranza in altre occasioni, io ci sono, precisa il sindaco. “Ma  se vogliono fregarmi, se vogliono mettermi i bastoni in mezzo alle ruote, se vogliono continuare a far rimanere il Pd ostaggio delle correnti e se vogliono trasformare le primarie in una specie di Renzi contro il resto del mondo, non so se ne vale la pena. Ok?”. Un chiarimento che sa a tutti gli effetti, di minaccia.

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