Matteo Renzi, riferendo alla Camera sul Consiglio Ue di domani e dopodomani, ha parlato delle crisi internazionali, per risolvere le quali, ha detto Renzi, è necessario uno sforzo costante e pianificato: ‘Non si risolvono i problemi internazionali con soluzioni spot, ma costruendo condizioni di dialogo le più ampie possibili. Partendo dal dato di fatto che l’accelerazione della politica c’è anche nel nuovo ordine internazionale. Commette un errore chi immagina, dopo aver teorizzato l’esclusione della Russia da tutti i formati, di appaltare totalmente la questione della Siria alla Russia e ai suoi alleati. Noi il 6 marzo dello scorso anno andammo a Mosca proprio con questo obiettivo, evitare l’isolamento della Russia. Renzi ha sottolineato l’impegno che l’Europa deve dimostrare per fare fronte alla crisi dell’immigrazione e gli sforzi congiunti che tutti i Paesi devono affrontare per combattere il terrorismo su diversi fronti. Infine, ha evidenziato con soddisfazione i risultati conseguiti dall’Italia nell’ambito delle riforme, passi importanti che rendono il nostro Paese più autorevole ai tavoli europei. L’Europa, ha aggiunto, è un grande progetto politico, un valore condiviso anche sui temi dell’immigrazione e l’Ue non è solo un indice di bilanci, di spread, non è solo una serie di numeri affastellati dentro complicati documenti che leggono solo gli addetti ai lavori. Mi piacerebbe poter dire che l’Europa ha un’anima e la difende e la preserva. Il centro dell’Ue, il suo cuore è la periferia, il confine. Renzi ha invitato,il Parlamento a riflettere anche sul principio che è stata allargata l’Ue da 15 a 28. Dobbiamo aprirci allo scenario che ha sempre scatenato conflitti, ossia i Balcani. Serbia, Albania, Montenegro, e naturalmente la Turchia, perché il Mediterraneo è il cuore dello sviluppo dei prossimi decennni e non a caso la prima visita di questo governo è stata a Tunisi. L’elemento chiave è che dall’Afghanistan alla Nigeria esiste un blocco frastagliato e diversificato contro il quale una grande coalizione internazionale è assolutamente necessaria, innanzitutto in termini educativi per le prossime generazioni, in termini di aiuti allo sviluppo, e poi di lotta contro gli atti di terrore. Per Renzi occorre avere una strategia che non sia soltanto una reazione, e questo impone di prendere atto che esiste un blocco uniforme, nel senso di un blocco che non ha soluzione di continuità ma che è molto variegato al proprio interno, che parte dall’Afghanistan e arriva all’Africa occidentale e che ha un filo rosso che è l’estremismo e il fanatismo religioso. Il nostro Paese, ha insistito Renzi, ha preso decisioni storiche perché l’Italia è stata sempre richiamata a realizzare impegni che non manteneva, ma oggi ha maggiore autorevolezza e credibilità per dire ai tavoli Ue che la politica economica di questi anni non ha prodotto i risultati sperati. ‘Arriveremo al 2017 alla guida del G7 avendo terminato un complicato percorso di riforme che non ci vedono tutti sulla stessa linea d’onda, ma sono oggettivamente riforme strutturali storiche, con la riforma della Carta, la legge elettorale, il mercato del lavoro e il sistema educativo. Questo percorso terminerà nel 2016 con il referendum sulla riforma costituzionale e poi si andrà alle elezioni nel 2018, alla scadenza naturale della legislatura’
Cocis