Vuole un cambiamento. Anzi una rivoluzione capillare: dalla politica alla finanza. Matteo Renzi, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, disegna il Paese che vorrebbe. Non senza qualche stilettata ai colleghi di partito. Innanzitutto vuole ricandidarsi alla carica di primo cittadino di Firenze. “Il doppio incarico non è un problema. Epifani ne ha tre”. Poi spiega la sua idea di cambiamento. Il paese, spiega l’asfaltatore, ha bisogno di “una rivoluzione capillare che non passa dalle legge di Stabiltà ma dalla riconsiderazione del sistema italiano. Lo sostegno da tempo. Ho un unico rammarico: non aver spiegato a sufficienza che la rottamazione non è solo il sacrosanto ricambio generazionale. Quello di cui l’Italia ha bisogno non è cambiare tutto ma cambiare tutti. Ognuno nella sua testa dovrebbe cambiare un pezzettino”. E in questo cambiamento inserisce anche “l’establishment economico e finanziario che ha colpe forse non più gravi di quelle dei politici ma ha fatto perdere tempo e occasioni all’Italia”. Renzi, parlando di politica economica, anticipa quella che potrebbe essere la sua azione spiega che “tutto quello che viene dalla dismissione del patrimonio pubblico va a ridurre il debito. Tutto ciò che viene dal recupero dell’evasione fiscale va a ridurre la pressione fiscale. Lo Stato non può intervenire con la logica degli ultimi anni. Non possiamo continuare con un modello dirigista con lo Stato che decide e la Cassa depositi e prestiti che fa da tappabuchi. Per salvare un’azienda non si metta mano ai soldi delle vecchiette”. Il sindaco di Firenze spiega che si candida alla guida del Pd “per cambiarlo. Non per fare il grillo parlante di quello che fa oggi il governo ma per costruire un partito nuovo che non conclude affari con i capitani coraggiosi, che sta in mezzo alla gente”.
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