Renzi: ‘Leopolda non è meeting di partito ma incontro tra chi crede nella politica’

Con qualche settimana di ritardo rispetto alle edizioni passate torna la kermesse che ha cambiato volti e linguaggio della politica italiana. Da venerdì a domenica, presso gli enormi locali della vecchia stazione fiorentina, sarà infatti il nuovo tempo di ‘Leopolda’, dal titolo ‘La terra degli uomini’, come un libro dell’autore del ‘Piccolo principe’, Antoine de Saint-Exupéry.  Un formula collaudatissima curata, quest’anno, dalla maestra di format televisivi Simona Ercolani, ideatrice di ‘Sfide’ ma anche di ‘La pupa e il secchione’, nata da un’intuizione di Matteo Renzi e Pippo Civati che, nel libro ‘Leopolda’, ne parlarono al telefono all’indomani di un’intervista dell’allora sindaco di Firenze. Per celebrare l’epopea di quello che sarebbe seguito a quella famosa intervista, il giorno d’apertura sarà proiettato una sorta di amarcord delle scorse edizioni. Si rivedranno così Matteo Renzi e Pippo Civati scambiarsi un microfono anni Cinquanta sul palco corsaro del 2010, del logo ‘Prossima fermata, Italia’ e nessuna bandiera del Pd. Il 2013, dei famosi 100 tavoli, quello in cui a prendere in mano il timone di quell’edizione, dal titolo ‘Diamo un nome al futuro’, sarà una giovane avvocatessa, fino ad allora semplice volontaria, Maria Elena Boschi. Un anno, il 2013, che segna una sorta di spartiacque tra il prima e il dopo. Nel 2014, infatti, per l’edizione intitolata ‘Il futuro è solo l’inizio’, gli ex rottamatori si ritrovano ormai al governo e l’aria sarà diversa anche nella vecchia stazione fiorentina dove si mischiavano i renziani della prima ora, quelli che la Leopolda l’avevano vista nascere e crescere, con i renziani dell’ultima ora, che erano saliti sul carro del vincitore dopo i successi elettorali del segretario-premier Matteo Renzi. Molti partecipanti restarono infatti delusi di essere passati in secondo piano rispetto a ministri e big politici. Ecco perché quest’anno, forse proprio per scongiurare una rivolta della base gli organizzatori hanno optato per una sorta di ritorno alle origini. Almeno per quanto riguarda palco e scaletta. Ci saranno di nuovo gli interventi dal palco e 5 minuti standard a testa per chiunque. I vip non mancheranno. A parte i super big come il neo amministratore delegato della Rai Antonio Campo Dall’Orto, saranno presenti l’astronauta Samantha Cristoforetti, le tenniste Roberta Vinci e Flavia Pennetta, la nuotatrice Federica Pellegirni, Fabiola Gianotti e Filippo Grandi che dal 2016 dirigeranno rispettivamente il Cern di Ginevra e l’Alto commissariato Onu per i rifugiati. Ma sarà dato spazio anche ai comuni cittadini. Quelli ai quali le politiche del governo Renzi hanno, in qualche modo, cambiato la vita, e che vanno dal precario assunto con il Jobs Act, all’insegnante che ha ottenuto la cattedra con la ‘buona scuola’, oppure al 18enne che dirà come intende spendere i 500 euro che la legge di stabilità gli ha assegnato, fino alla giovane coppia beneficiata dal bonus bebè e così via in una sorta di rassegna dei sogni nati alla Leopolda e realizzati a Roma. L’obbiettivo di Matteo Renzi quest’anno è di far vedere quello che la generazione Leopolda ha scardinato, rivoluzionando il sistema politico. Se l’anno scorso si arrivava alla kermesse dopo la storica vittoria elettorale del 41% alle elezioni europee, quest’anno i battenti aprono alla vigilia di una campagna elettorale che per il Partito democratico si presenta tutta in salita. Così se alle passate edizioni il mantra della svolta che attende l’Italia riguardava prima il ricambio generazionale, poi la sfida del futuro, poi la ripresa economica, adesso si punta al voto di giugno e al referendum costituzionale che si terrà il prossimo autunno. ‘Abbiamo dimostrato che niente è impossibile e partendo dal basso si può scalare la montagna della vecchia politica. Nessuno avrebbe scommesso mezzo centesimo su di noi, eppure torniamo alla Leopolda con il nostro carico di responsabilità e di leggerezza’, dice Matteo Renzi nella sua enews tornando sulla Leopolda per fornire indicazioni pratiche. Grazie a chi vorrà anche contribuire con idee, e perché no, anche con un sostegno economico, sottolineando lo spirito dell’evento in programma nel prossimo week end a Firenze. La Leopolda non è un meeting di partito, ma un incontro di persone che credono nel valore della politica. È benvenuto chi vuole condividere idee e proposte, con coraggio e semplicità. Bandito l’uso del politichese. Domani sera ci racconteremo come abbiamo passato il 2015 e ne sentiremo delle belle, guidati da due leopoldini storici quali il sindaco di Ercolano, Ciro Bonajuto e la vicepresidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna, Ottavia Soncini. Renzi prosegue nell’illustrazione del programma: ‘Da sabato mattina spazio per interventi di cinque minuti su cosa vogliamo dal 2016. La sera del sabato, per chi vorrà, abbiamo organizzato tre visite in tre luoghi culturali strepitosi di Firenze: ‘Il nuovo museo dell’Opera del duomo, palazzo Vecchio, palazzo Strozzi. È una iniziativa che abbiamo fatto anche altri anni e ci sembra giusto rilanciarla adesso. Perché all’idea che la cultura sia parte della nostra identità noi ci crediamo davvero. E non da oggi’. Nella giornata di sabato ci sarà spazio per quattro question time e quattro ministri saranno interrogati dai partecipanti alla Leopolda in un modo innovativo e divertente. Domenica il finale sarà come sempre intorno alle 13. In tempo per allontanarci gli uni dagli altri prima di Juventus-Fiorentina. Nella sua enews Renzi ha anche ‘strigliato’ di dirigenti del Pd, tornando sulla mobilitazione dello scorso week end con i banchetti in giro per l’Italia: ‘Sono molto contento per gli oltre ventimila italiani che hanno deciso di aderire al Pd nel corso della mobilitazione della scorsa settimana. E sono grato a quel milione di nostri connazionali che si è portato a casa materiale informativo. Mi colpisce il fatto che la maggioranza non abbia ricevuto informazioni corrette sulle misure della Legge di stabilità. A cominciare dalla rivoluzionaria scelta di politica fiscale che vede abbassare le tasse in modo strutturato e irreversibile, ovvero, dopo l’Irap e gli 80 euro, l’Imu sulla prima casa, le tasse sull’agricoltura, i superammortamenti. Segno evidente che anziché parlare di divisioni e litigi i dirigenti del Pd dovrebbero fare uno sforzo maggiore per comunicare ciò che stiamo facendo. Altro che regole delle primarie e discussioni correntizie, perché noi abbiamo risultati concreti da offrire.

Cocis

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