ROMA. Concorso per oltre sessanta mila insegnanti, norme più severe per i furbetti del cartellino, sanità, banche. E ancora, Corpi di polizia, autorità portuali e Unione europea. Sono molti i temi trattati dal premier Matteo Renzi durante la conferenza stampa di oggi in cui ha illustrato le decisioni prese dal Cdm di ieri notte. Per i furbetti del cartellino, dunque, da ora in poi ci saranno “norme più efficaci”. Chi timbra e “se ne va”, ha spiegato il Presidente del consiglio, verrà mandato a licenziato “in 48 ore”. A casa e fine dei giochi. “La differenza con il passato è che le norme che ci sono non sono efficaci come queste” sottolinea. “Oggi non è obbligatorio tutto questo – dice Renzi – è il dirigente che sceglie”. Adesso, invece, “non c’è più una possibilità, un optional: il dirigente non licenzia? E noi licenziamo il dirigente”, ha aggiunto il premier.
Renzi è poi passato a illustrare la novità più grande per la scuola: “Un concorso per 63.712 insegnanti”. Gli oltre 60 mila docenti verrebbero messi in cattedra a partire da settembre. Un forte investimento che mira, però, a “fare una scelta legata alla qualità dei nuovi insegnanti”. Insegnare non sarà più “un diritto, ma una grande responsabilità, un dono”. “Per noi blairiani – continua Renzi – la parola d’ordine è ‘education, education, education’. Il premier ha poi parlato della ‘ristrutturazione’ dei porti e dei corpi di polizia. “Le autorità portuali diventeranno 15 con una sana e seria politica di coordinamento”, mentre “Le forze di polizia” passeranno entro il 2016 “da 5 a 4 con il Corpo forestale dello Stato che entra nell’Arma”.
Quanto alla sanità, tra le decisioni dell’ultimo Cdm “c’è un decreto sui manager sanitari: chi gestisce male va a casa”, ha continuato. “E’ facilissimo rimuovere un dirigente sanitario che non sta producendo risultati – ha spiegato Renzi -. Inoltre i direttori di aziende sanitarie saranno selezionati per forza su avviso pubblico su un elenco nazionale. Il tema è merito, merito, merito e rimozione in caso di incapacità”. Durante la conferenza il premier ha anche trovato il tempo di lanciare una frecciatina all’Ue e, soprattutto, a Jucker. Dopo le polemiche degli ultimi giorni e il botta e risposta a distanza con il presidente della Commissione europea, il premier ha detto che anche se “Juncker ha sbagliato parole, pazienza. Quello che mi interessa è che non sbagli politiche per l’Europa”. E ha chiarito: “Io voglio più Europa, ma che funzioni e che abbia regole uguali per tutti. Che le regole che valgono per me valgano anche per altri”. Insomma che non ci siano due pesi e due misure.
Renzi si è poi soffermato a lungo a parlare di banche, spiegando che il sistema italiano in realtà “è solido” e che difatti “nel mirino non ci sono le banche italiane, ma alcune banche: è il mercato e bisogna rispettare le regole del gioco”. Le banche Popolari, che per anni hanno mandato un messaggio “di sostanziale disinteresse”, cambieranno con la nuova riforma. E annuncia: “ci saranno alla fine meno banchieri e poltrone e più risorse per il credito. Più meccanismi trasparenti. Questo processo di consolidamento mi fa dire che queste turbolenze possano essere una grande opportunità per il sistema italiano”.
Alessandro Moschini