Matteo Renzi è il nuovo direttore de “Il Riformista”, occuperà la poltrona che fu occupata dal comunista Macaluso e, di recente, da Sansonetti, vicino al centrosinistra e collaboratore fisso dei talk di Mediaset.
Uno dei politici più dinamici e avversati d’Italia-al momento senatore e privo, anche a causa dei suoi non pochi errori, di un largo seguito elettorale- riuscirà a riemergere, grazie alla tribuna quotidiana, e a incidere nel dibattito politico, oppure no?
In una fase, dominata dalle forze di destra, non solo nel bel Paese, e caratterizzata dalle difficoltà della sinistra, Renzi dovrebbe dare spazio ai rappresentanti dell’area e della cultura socialista, spariti dal Parlamento, ma non nel Paese. Queste voci potrebbero, stimolate dall’inquieto senatore fiorentino, portare nuove idee nel teatrino politico.
“Renzi direttore del ‘Riformista’? Beh, dopo aver contribuito ad affondare l’Unità, speriamo che ora non affondi anche il Riformista“. Così Maurizio Belpietro, direttore della ‘Verità’, commentando la nuova carica di direttore del ‘Riformista’ di Matteo Renzi. Sui temi di cui si occuperà il neo direttore del quotidiano, Belpietro ipotizza: “Se dovessi fare una previsione, parlerà molto di giustizia, anche di quella che lo riguarda. E’ un argomento che gli sta a cuore, anche giustamente, non lo dico con intento polemico”. Il conflitto di interessi tra i ruoli “non lo vedo, anche perché nel passato abbiamo una lunga serie di politici che facevano i direttori -spiega Belpietro- Veltroni è stato direttore dell’Unità, lo è stato anche D’Alema e tantissimi altri parlamentari. E lo era anche Craxi per un certo periodo. Tanti politici hanno fatto i direttori dei giornali. Non sarà ovviamente responsabile, essendo parlamentare”. E sull’impatto che avrà il nuovo ruolo di Renzi, Belpietro conclude con una battuta: “Visto che si è occupato del ‘rinascimento’ dell’Arabia Saudita, speriamo che si occupi anche del rinascimento della stampa italiana….”.