Matteo Renzi spinge per un sistema bipolare e lancia il maggioritario. Due mosse che si possono realizzare in Parlamento anche senza l’ok di tutto il Pdl. Il sindaco di Firenze, intervistato da Repubblica.it, lancia la sua ‘proposta’ per garantire la stabilità politica. “Noi se vinceremo le primarie la legge elettorale la faremo, la imporremo e cominceremo dalla Camera, dove abbiamo la maggioranza assoluta e abbiamo una relazione molto forte con una parte di Scelta civica e con Sel per una legge di impianto bipolarista. I numeri per approvare una legge elettorale alla Camera ci sono”. “A quel punto vai a vedere le carte a tutti, a cominciare dai 5 Stelle. Vogliono fare una legge elettorale seria? Bisogna dire a quelli dei Cinque Stelle che non li hanno eletti per stare sul tetto. Il loro posto è al piano di sotto. E’ finita la fase in cui facevano le manifestazioncine con le bandierine”. “A fine novembre – spiega il primo cittadino di Firenze – presenteremo un sistema elettorale per cui alla sera del voto si saprà chi ha vinto, che resterà comunque cinque anni, come il modello dei sindaci. Serve un’alternanza secca, c’è la sinistra e la destra. Questa cosa che siamo tutti uguali non va, sono per il bipolarismo gentile, ma io sono una cosa diversa dal centrodestra, con tutto il rispetto per Brunetta, Alfano e Schifani, noi siamo un’altra cosa”.
La bocciatura del ‘porcellum’ è totale perché “non esiste che andiamo a votare con quel sistema lì. Il giochino non detto di qualcuno e’ di forzare su una legge elettorale di impianto proporzionalista. Tolgo Letta, che è un convinto bipolarista e ne sono certo, e tolgo gli altri candidati alla segreteria, magari c’è qualcuno che li sostiene alle primarie però”. Renzi insiste per un nuovo sistema elettorale che meta fine alle grandi coalizioni. “Per me le larghe intese sono una parentesi, quando si chiude si va al maggioritario secco”, ha detto. “Se hai un sistema elettorale che ti condanna alle larghe intese o le fai o non governi”, ha sottolineato, “alla Merkel non viene in mente di andare a prendersi uno Scilipoti anche se le mancano solo due deputati”.
“Il giorno dopo le elezioni fui tra i pochi a dire a Bersani: o fai le larghe intese o torni a votare, visto che Grillo non vuol fare l’accordo”, ha ricordato.
“Le larghe intese sono il risultato di una legge elettorale che non da’ maggioranze”, ha insistito, “e non voglio che accada piu’ e voglio che il Pd cosi’ restituisca la speranza a un paese pieno di risorse eppure ma che oggi e’ privo di speranza. La gente non ne puo’ piu’. Dare un meccanismo elettorale serio significa far tornare gli italiani a credere ai politici”.
Il candidato alla leadership del Pd si è detto scettico su ipotesi neocentriste. “Gli italiani vogliono chiarezza”, ha detto il sindaco di Firenze. “A fare il centro ci hanno provato tutti anche Gianfranco Fini”, ha ironizzato, ma “questa cosa del centro e’ una balla mediatica. Il partito del centro in un modello bipolare semplificato non esiste. Va al voto, prende un po’ di voti di qua e di la’. I partiti che fanno le terze vie servono per fare perdere o vincere qualcuno, servono piu’ per togliere voti agli altri”.
In Italia, invece, “c’e’ la richiesta di dire basta.
Servono un centrodestra normale, con il quale si possa dialogare senza andare a insultarsi nei talk show, e un centrosinistra sul modello di Clinton o Tony Blair che sia in grado di governare il Paese e di vincere”.
Quanto al Pd “personalmente penso a un partito non che rassicuri ma che parli a chi non c’era, un partito in grado di essere vincente e convincente”, ha sottolineato Renzi. “Mi sarei stufato di perdere le elezioni…”, ha aggiunto. Poi ha smentito di fatto un’ipotesi di ticket con Gianni Cuperlo dopo le primarie. “Ha risposto Cuperlo ieri”, ha detto il sindaco di Firenze a Repubblica.it, “non parliamo di ticket ma di cose concrete e di congresso”. Il sindaco di Firenze e’ tornato, senza citarlo, a bacchettare Pier Luigi Bersani e la sua politica economica. “E’ stato profondamente riduttivo il giochino fatto per anni che il problema fossero i taxi o le farmacie, che risolvendo questi problemi l’Italia sarebbe diventato un paese liberale e moderno”, ha detto. “L’Italia ha bisogno di rivoluzione radicale non solo e non tanto su taxi e farmacie, ma sul modello di business, pubblica amministrazione e della tassazione”, ha chiarito. Quanto alla legge di Stabilita’ “penso quello che pensano tutti, che l’idea e’ buona e che le cifre sono basse”, ha detto Renzi.
Detto questo, ha subito tenuto ad aggiungere, “credo che non possiamo immaginare di fare il controcanto sempre. C’e’ il governo Letta e governi. Noi siamo impegnati a dare una mano”. Poi, ha ammesso, “ciascuno ha le sue sensibilita’ e le cose le farebbe in un modo o in un altro”. “Sull’Europa – ha aggiunto – dobbiamo smettere il ritornello ‘ce lo chiede l’Europa’ e dire che tipo di Europa vogliamo, servono gli Stati uniti d’Europa da qui a una generazione”. “Non capisco perche’ non si fa l’esercito comune europeo, che pattugli anche le coste e invece ci troviamo in finanziaria che ci sono 6 miliardi per le navi militari”.