E’ un Renzi stramotivato ad aprire i lavori della Direzione del Pd. Stramotivato perché proteso ad avere una apertura di credito politico da Angela Merkel, fatto questo che chiuderebbe la storia politica dell’Italia, e sigillando un piccolissimo varco alla destra ed a Forza Italia anche negli anni a venire. Quindi, in tal caso Renzi for ever. Stramotivato e ringalluzzito un Renzi che piace all’America. “Matteo Renzi è un giovane leader molto promettente ed energico”, afferma la Casa Bianca, visto che il presidente americano è rimasto colpito dal piano di riforme del premier e dal suo impegno verso l’Europa e l’Alleanza Atlantica. La Direzione del Partito democratico di oggi solo parzialmente ha affrontato il tema delle europee. Una nuova riunione sulle liste elettorali, verrà fissata nella settimana tra il 7 e il 13 aprile prossimo. Matteo Renzi, in direzione, a chi gli chiedeva di indire una Conferenza sul partito risponde che c’è una questione aperta e nei prossimi mesi si farà una assemblea Pd dove verranno proposti di due vicesegretari: Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini. E’ questo un elemento di garanzia e non di polemica interna. Già da ora se tutte le componenti hanno voglia di confrontarsi per una gestione più ampia possibile del partito noi siamo pronti e non abbiamo bisogno di steccati. E’ anche una riflessione sul sistema partito, una riflessione sui contenuti e sul modello. E’ opportuno e per me positivo a condizione che si faccia in uno spirito franco, dopo le elezioni europee e senza che questo sia una rivincita del congresso. Il governo approverà lunedì in consiglio dei ministri il ddl costituzionale sulla riforma del Senato e Titolo V. E’ questo il primo annuncio di peso effettuato dal segretario alla direzione del Partito Democratico. Dice con fermezza: “M5s è in difficoltà, è in ricorsa rispetto a noi perché ci insegue sui temi su cui prima aveva una primazia e ora non più. Loro parlano e noi risolviamo”. L’Italicum sarà approvato al Senato dopo il via libera alla riforma del bicameralismo. Il testo è modificato rispetto all’origine con modifiche positive ma in alcuni casi non sufficienti. E’ importante il punto che per noi fare una legge con altri è un valore e per modificarla bisogna fare uno sforzo insieme. La necessità di fare riforme in tempi certi non nasce da una mia schizofrenia personale ma dalla consapevolezza che il rispetto dei tempi è elemento di credibilità con i cittadini e con le istituzioni internazionali, confermando che ad aprile il governo farà la riforma della Pa, a maggio la delega fiscale e a giugno la riforma della giustizia. Parla poi del taglio al cuneo fiscale, effettuta tagliando a quelli che si dicono meno abbienti, prendono 1300 euro ed una volta erano ceto medio. E’ un pezzo di popolazione cui si cerca di restituire un po’ di fiato. Tocca infine il punto di chi chiede modifiche al dl lavoro. I contratti a termine e l’apprendistato sono due punti intoccabili della nostra proposta. Non sono due temi a piacere. Se si è scelto di fare un decreto su questi temi e poi un ddl di delega, è perché abbiamo immaginato l’urgenza della risposta rispetto alla credibilità e alla coerenza complessiva della manovra. Non dimentichiamo, ha proseguito, che con delle regole tra le più restrittive, vidimate dai sindacati, siamo passati da 25% al 40% di disoccupazione giovanile. Non si risolve problema lavoro rendendo più difficile l’accesso al lavoro ai nostri giovani.
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