‘Io non uso la parola guerra. Rispetto chi lo fa. Dal Papa, fino a Hollande o Merkel. Loro hanno usato la parola guerra. Io preferisco parlare di terrorismo. La sostanza, tuttavia, non cambia molto. E non cambia soprattutto la necessità che l’Islam moderato faccia sentire la sua voce, forte e chiara e senza alcun tentennamento’, afferma il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che sottolinea che l’intelligence italiana svolge un lavoro straordinario, come pure le forze di polizia, i magistrati, il Viminale ma nessun Paese è a rischio zero, nemmeno noi’. Conferma poi il suo scetticismo riguardo a interventi militari: ‘La scelta del mio governo è solo quella di evitare avventure improvvisate come quella che i nostri amici francesi imposero in grande stile in Libia arrivando alla distruzione di Gheddafi ma senza un piano per il dopo. E noi siamo i primi a pagarne le conseguenze oggi. Le iniziative militari devono avere una strategia per il domani, non solo una tattica per l’oggi’. E precisa che in Iraq e Libia le strutture italiane impegnate nella lotta contro Daesh sono quelle autorizzate dal Parlamento, ai sensi della vigente normativa. Non si scherza su questi temi.