Nelle sue mani la rinascita del Pd. Se Epifani è il traghettatore del Partito Democratico, Renzi potrebbe impersonarne il cambiamento. Ne sono convinti “tanti amministratori, tanti sindaci, tanti militanti che ripongono nel Pd le loro speranze. E chiedono a me di mettermi in gioco”, dichiara il sindaco di Firenze. A loro dico: dobbiamo costruire un Pd moderno, aperto, pensante non pesante”, in cui “vinca la leggerezza, che sia libero da certe burocrazie similministeriali”. Perché “solo il Pd può fare uscire l’Italia da questa crisi”. Intervistato da Repubblica, Renzi chiede inoltre ad Epifani di scegliere al più presto una data per le primarie, che devono avvenire entro il 7 novembre” e annuncia che ci sarà un’altra ‘Leopolda’ “il prossimo 27 ottobre. Perché è fondamentale che si torni alle idee”.
Per candidarsi aspetta “la data e di sapere se c’è una comunità di persone che crede” nel suo progetto. E’ vero, dice, che D’Alema gli aveva proposto una candidatura alle europee: “Per D’Alema non devo fare il segretario, né il sindaco. Ma tra qualche anno il premier. Non sono d’accordo: non faccio questa battaglia per sistemarmi”. Il governo, comunque, va tenuto “fuori da questo dibattito. Enrico sarà più forte se il Pd sarà più forte. L’importante è che non si preoccupi di durare, ma di fare. Abbia come punto di riferimento le idee di Andreatta e non il tirare a campare di Andreotti”.
Il Pd che immagina il sindaco di Firenze non è più “chiuso in un castello e terra di conquista per correnti”. E, ribadisce, “se mi candido, lo faccio indipendentemente da loro. Non vado dietro a patti tra maggiorenti. Questo Pd non esiste, resiste. Ai caminetti romani rispondo sempre con un ‘no grazie’. Non farò scambi di poltrone”. Il Pd, aggiunge, deve “parlare di futuro” e smetterla con “l’dea novecentesca dell’appartenenza”, nel 2013 “serve un partito aperto”, “dobbiamo renderlo moderno sapendo che non si discute solo nelle sezioni, che si fa politica anche in rete o nei luoghi del volontariato”