Il Premier sembra aver capito che nell’azione di governo occorre usare più la ragione che la foga.
La gradualità sembra aver preso il sopravvento sulla velocità fine a se stessa. Di conseguenza ci si augura che i provvedimenti siano chiari nell’interpretazione, che i decreti attuativi delle norme varate siano rapidi ed in linea con i tempi richiesti e, soprattutto, sfuggano alle trappole tese più o meno in malafede dall’asfissiante burocrazia. Peccato che questa svolta improntata al buon senso sia passata in secondo piano, dal punto di vista mediatico, per aver dovuto cedere il posto allo show di cui si è reso protagonista il Premier che si è presentato a Palazzo Chigi con un gelato in mano, per replicare ad una copertina dell’Economist di cattivo gusto. Quest’uscita renziana, però, non aiuta certo la credibilità internazionale del nostro Paese che già di per sé non ne gode . Ma tornando alle scelte operate nel Consiglio dei Ministri del 29 us , si può dire che ne è venuto fuori un thriller ricco di abbondanti colpi di scena e di altrettanti annunci. Insieme al tema della giustizia il nucleo centrale è rappresentato dallo ‘Sblocca Italia’ che, pur avendo subito un forte ridimensionamento in termini di fondi disponibili, dagli iniziali 43 miliardi sbandierati per tutto il mese di agosto, a numeri più realistici, esso si compone di tre pari. La prima è rappresentata da un elenco di opere, che a detta del Premier e del Ministro Lupi, saranno rese cantierabili entro il 2015; la seconda è la proroga delle concessione alla società ‘Autostrade SpA’, che si è impegnata a fare nuovi investimenti; infine la terza promette di semplificare la procedura per chi vuole ristrutturare un appartamento e abbassa il tetto per le defiscalizzazioni delle piccole opere. Ad un primo ed attento sguardo inerente la prima parte del provvedimento, ha del sorprendente apprendere che sarà finanziata l’Alta Velocità sulla tratta Palermo- Messina- Catania e sulla tratta Napoli-Bari, una priorità che potrebbe far dire ai mal pensanti che sono annunci pre elettorali, ritenendo gli stessi, che Renzi sia intenzionato ad andare al voto nel 2015. Ma al di là delle ipotesi più o meno maliziose, quello che bisogna capire è il problema delle coperture finanziarie, che a quanto pare dovranno essere verificate di volta in volta e di comune concerto con le regioni interessate, il che al solo pensiero vengono i brividi. Già in passato altri governi si erano resi protagonisti di annunci circa la realizzazione di grandi opere, ma con in bilancio piccole risorse. Ma dove il governo Renzi sembra, almeno per adesso, aver gettato la spugna è sul problema delle municipalizzate, fonti inesauribili di sprechi e di clientele non sempre attendibili. Si è dovuto arrendere di fronte alle proteste di tanti sindaci che nelle municipalizzate trovano l’humus adatto per coltivare le loro carriere politiche. Molto positiva invece è stata la ratifica del piano straordinario per accrescere il numero delle aziende che esportano con continuità, predisposto da viceministro Carlo Calenda. Nulla da obiettare nemmeno su quanto da Renzi sostenuto circa il fatto che l’Italia deve puntare sull’industria di qualità e sugli altri salari, ma occorre puntare su strategie economiche e legislative più articolate. Infatti è vero che ci sono aziende in grado di creare quote di valore aggiunto, ma ci sono anche settori dell’industria che subiscono la concorrenza internazionale a causa di un costo della manodopera inferiore al nostro; ignorarlo significa invogliare questo tipo di aziende ad emigrare in cerca di paesi che possono assicurare loro, costi di produzione più bassi ed essere così competitive sui mercati internazionali. Un’altra nota, questa del tutto personale, è l’affievolimento progressiva della capacità ‘Rottamatoria’ del Premier. E’ saggezza? Equilibrio istituzionale? O il teatrino della politica ha contagiato anche lui?