“Cari tutti, in questi anni abbiamo cercato di connotare sempre più Repubblica come il giornale dei diritti”, scrive Molinari e spiega che il giornale si sta caratterizzando sempre di più come giornale che quotidianamente si impegna per battaglie fondamentali.
Dunque «per dare un ulteriore segnale concreto quest’ anno Repubblica prenderà parte con un proprio striscione al Gay Pride di Roma, sabato 11 giugno alle 15. E’ un modo per testimoniare la nostra ferma volontà di difendere i diritti di ciascuno». «Chiunque voglia partecipare è benvenuto – prosegue il direttore – Chi desidera prendere parte attivamente alla sfilata e aiutare a sorreggere il nostro striscione per una parte del corteo, può scrivere a Laura Pertici che coordina l’iniziativa». La chiusa prefigura già la compilazione della lista dei buoni e dei cattivi: «Sono sicuro che l’11 giugno staremo tutti dalla stessa parte».
A quanto pare, non tutta la redazione l’ha presa bene. Anzi, si sarebbero svolte assemblee agitate dopo la lettera del direttore per propagandare una campagna tutta ideologica mentre i diritti dei lavoratori del giornale non sembrano stare così a cuore all’azienda. Resta da vedere in quanti aderiranno al pressante invito del direttore ad essere presenti per una “lotta” che – come ha scritto lui – impegna i dipendenti non solo come giornalisti ma come “persone”. Sarà garantito il diritto di chi dissente? O su di lui/lei si abbatterà l’accusa di omofobia con relativa gogna?