Mauro e Belsito fuori dalla Lega. È il risultato a cui si è approdati ieri, dopo due ore di consiglio federale. Finisce invece “sott’osservazione”, Roberto Calderoi, che deve restare comunque a disposizione degli inquirenti. Salvo invece, Renzo Bossi.
Ma il cartellino rosso per la vicepresidente dle Senato, non è arrivato senza problemi. Dura infatti la reazione di Roberto Maroni , che è giunto persino a minacciare le sue dimissioni pur di cacciare Mauro dal Carroccio. Molti inoltre gli astenuti: il leader della Lega, Roberto Bossi, si è tirato fuori così come di Marco Reguzzoni, uno degli esponenti di punta del ‘cerchio magico’. Alla votazione, secondo quanto riferito dalla stessa Rosy Mauro, non avrebbe partecipato neanche l’ex presidente del Consiglio federale Angelo Alessandri.
Unanime è stata invece, la decisioni in merito all’espulsione di Rosi Mauro. I vertici del Carroccio hanno ritenuto indispensabile una sua uscita dal gruppo “ritenendo inaccettabile la sua scelta di non obbedire ad un preciso ordine impartito dal Presidente Federale e dal Consiglio Federale”, (ossia quello di dimettersi) come recita il comunicato finale del vertice di via Bellerio.
“Il rancore è prevalso sulla verità. La mia epurazione era già scritta. Se qualcuno è arrivato al punto di minacciare le dimissioni se non si fossero presi provvedimenti contro di me, vuol dire che la presunta unanimità è stata imposta con un ricatto politico”,ha commentato adirata la vicepresidente del Senato, che poi, in merito al suo futuro a Palazzo Madama, ha aggiunto: “Valuto tutto, ma un passo alla volta”, riguardo al suo futuro a Palazzo Madama.
Ora resta da chiarire solo la questione della della vicepresidenza del Senato, carica istituzionale ed elettiva che, come tale, non le può essere revocata in alcun modo. Ed infatti, il regolamento parlamentare non prevede mozioni di sfiducia nei confronti dei vertici delle Camere e nemmeno il presidente del Senato, ammesso che volesse farlo, potrebbe revocare la carica del proprio vice.
Inoltre al tempo dell’elezione, Rosy Mauro fu, fra i quattro vicepresidenti del Senato, la piú votata, quindi è ‘vicepresidente vicario’, ovvero il numero due dell’Aula di palazzo Madama. Al momento il presidente del Senato, Renato Schifani, nel corso delle votazioni in Senato, si è regolato sostituendola. Scelta valida per allentare le tensioni, ma ovviamente solo provvisoria.
Inoltre Mauro potrebbe essere espulsa anche dal gruppo parlamentare della Lega. In questo caso verrebbe inserita in automatico nel gruppo Misto, dopodichè avrà 20 giorni di tempo per comunicare alla presidenza la sua adesione a un gruppo parlamentare diverso.
Infine, il ‘federale’ ha deliberato che la società di revisione contabile Price Water House, entro il 30 giugno, quindi prima del congresso che si terrà il 30 giugno e il 1 luglio, dovrà concludere “la verifica sulle poste patrimoniali presenti nella contabilità del movimento”.