Il Senato ha bocciato l’emendamento della Lega che chiedeva di innalzare da due a tre il limite dei mandati dei governatori delle Regioni. I sì sono stati 26, i no 112 e gli astenuti 3.
Il relatore Alberto Balboni (FdI) aveva espresso parere contrario, mentre il governo, con la sottosegretaria Wanda Ferro, si era rimessa all’Aula e il senatore della Lega, Paolo Tosato, in dichiarazione di voto, lo aveva sottolineato: “Non c’è posizione contraria del governo, si lascia legittimamente al parlamento la possibilità di esprimere un parere, senza vincolo. Riteniamo di interpretare non solo la conferenza delle regioni che rappresenta tutti partiti politici ma il diritto dei cittadini di poter scegliere da quali amministratori essere governati, senza che il parlamento o i partiti a decidere che un amministratore debba essere messo fuorigioco a tavolino”. Il leghista aveva avvertito che “il dibattito per noi non è chiuso qui, e anche se andremo sotto in modo chiaro nel voto stiamo interpretando in modo più corretto la volontà dei cittadini”.
Sulla questione si era creata una convergenza tra Lega e Italia Viva, il cui emendamento è stato votato insieme a quello di Tosato in quanto pressoché identico. Raffaella Paita aveva sottolineato la presunta incoerenza “nel fatto che siano parlamentari eletti in liste bloccate a decidere su amministratori locali che magari hanno fatto molto bene sui territori”.
Prudenza nelle file della maggioranza: per Maurizio Gasparri quella sul terzo mandato “è una discussione legittima, noi abbiamo una opinione diversa, conforme a ciò che è vigente”, ovvero nessun limite nei comuni sotto i 5mila abitanti, tre mandati fino ai 15mila. No invece da Pd, con la segretaria Elly Schlein, che parla di “sfregio alle più basilari regole democratiche”, definendolo un “blitz” e chiedendo alla Lega di fermarsi. E dal Movimento 5 Stelle, con Alessandra Maiorino che sottolinea l’incostituzionalità della norma.