“Sono sicuro che dal 7 settembre nella provincia autonoma di Bolzano, dal 14 in molte regioni e poi in altre dal 22, 23 e 24 partiremo con le scuole in sicurezza. Quando ci sarà un caso di contagio interverremo, così come siamo intervenuti negli ospedali e in ogni ambito sociale che ci ha visto affrontare l’emergenza Covid”. Così il ministro per gli Affari regionali Boccia sull’approvazione, da parte della Conferenza Unificata, del documento dell’Iss sui contagi nelle scuole. Un documento che – ha precisato Boccia – “rafforza i meccanismi di prevenzione e intervento”.
Sicurezza – ha spiegato il ministro – significa interventi immediati delle Asl, dei medici, degli infermieri. Tamponi per tutti perché dobbiamo garantire nelle scuole il massimo della sicurezza. Tutti coloro che ruotano al caso di contagio devono fare immediatamente il tampone e poi si valutano le condizioni dei ragazzi, dei docenti o dei familiari.
Per il ministro, “serve uno sforzo immane che il governo garantisce, ed è un lavoro che dobbiamo fare tutti insieme”.
“La partita delle scuole è la più delicata che ci troviamo ad affrontare”: lo afferma il governatore del Veneto, Luca Zaia, in un’intervista al Corriere della Sera. Zaia calcola che restano utili solo “dieci giorni”, perché “se togliamo i non lavorativi, tra dieci giorni iniziano le scuole…”.
La scuola è “l’ennesimo esempio dell’ufficio complicazione affari semplici sempre al lavoro”, lamenta il governatore del Veneto, ovvero l’emblema di “una partita che per definizione ha bisogno di progettazione e programmazione. Non di ritardi”.
E che richiede regole, che per Zaia sono: “Distanziamento di un metro da bocca a bocca, mascherine obbligatorie per tutto il personale, insegnante e non, ma non per gli alunni in classe: i più giovani farebbero fatica a tenerla durante tutto l’orario scolastico”. Dovranno, semmai, “metterla negli spostamenti, all’ingresso e all’uscita”.
Altra regola è la “misurazione delle temperature all’ingresso e ventilazione dei locali. Quando andavo a scuola io – ricorda – c’erano i turni per caricare la stufa. Si può fare lo stesso per aprire le finestre”.
Di diverso avviso il governatore della Campania, Vincenzo De Luca.
Da una parte l’invito alla massima prudenza, al rispetto delle ordinanze e delle misure anti-Covid, dall’altra un “messaggio di sicurezza” ai cittadini. È un Vincenzo De Luca dai due volti quello che nel corso della ‘consueta’ diretta sui social network del venerdì annuncia che nelle ultime 24 ore sono stati 180 i contagi in Campania, mai così tanti dal 2 aprile scorso. I positivi registrati oggi sono 85 nella Asl Napoli 1, 37 nella Napoli 2, 13 nella Napoli 3, 27 nell’Asl di Salerno, anche per l’individuazione di un focolaio in una azienda agricola della Piana del Sele. “I numeri sono questi perchè stiamo verificando i contatti di tutti i contagiati dei gironi scorsi per evitare numeri drammatici tra due mesi”, sottolinea il governatore campano.
Per De Luca però la situazione è “paradossale” perché mentre in Campania c’è una ordinanza per rendere obbligatoria quarantena il 12 agosto, “nel Nord non vi è nessun obbligo né di quarantena, né tampone, né isolamento. A me pare francamente sconcertante. Pensiamo a noi”. Sul rispetto delle misure di sicurezza De Luca però è particolarmente duro, scagliandosi contro chi non indossa la mascherina dopo le 18 in situazioni di assembramento per “assenza totale di ruolo delle forze dell’ordine”. “”Le ordinanze non hanno nessun valore se non c’è sistema di controllo su rispetto di queste. Senza controlli è meglio non farle. Meglio più controlli sui luoghi di assembramento, come discoteche e locali. Toglie credibilità allo Stato e incoraggia chi non vuole rispettare le regole”, ha aggiunto De Luca.
Il tema caldo è ovviamente quello della riapertura delle scuole, prevista il 14 settembre e osteggiato dall’Anci Campania, l’associazione che riunisce i sindaci, che hanno chiesto alla ministra Azzolina e allo stesso De Luca di rinviare il tutto al 24, dopo le elezioni regionali. Ai sindaci il presidente campano risponde chiarendo che l’ipotesi sarà valutata “in maniera definitiva da qui a una settimana, quando avremo certezze sui nodi che segnaliamo: screening sul personale scolastico, misurazione delle temperature, aule disponibili, trasporto scolastico”. Problemi che per De Luca vanno affrontati e in tempo utile – ha aggiunto – altrimenti facciamo un disastro. Non lo dico per cattiveria, ma per questioni di merito che vanno risolte. Siamo l’unica Regione in Italia che ha detto al Governo che sono degli irresponsabili a fissare l’apertura delle scuole il 14 e le elezioni il 20 settembre. Ma ora dobbiamo risolvere il problema, lasciamo perdere il passato”.
Per le modalità di riapertura delle scuole De Luca annuncia quindi che la Regione sta acquistando “1.500 misuratori di temperatura e termoscanner che intendiamo dare gratuitamente alle scuole” perché è “irrealistico imporre temperatura a famiglie. Possiamo davvero delegare quest’onere alle famiglie? Sarebbe bello ma la realtà ci dice che per una parte ampia non sarà così”.
Chiaro anche il discorso sui test sierologici per il personale scolastico. Il governatore annuncia infatti la verifica tra una settimana sulla percentuale di chi non ha fatto i test: “Non si può aprire la scuola se è elevata la percentuale di chi non abbia fatto i tamponi. Mi appello a insegnati e operatori scolastici che per mesi hanno fatto un lavoro certosino: fate i controlli sierologici e poi, se serve, i tamponi. In Campania sono 200mila: se il 10 per cento è positivo, sono 20 mila persone: capiamo che sono numeri importanti. Il personale deve essere controllato nell’interesse di tutti”.
Dal presidente campano anche la proposta al governo nazionale sul trasporto scolastico, per autorizzare e attribuire le risorse economiche conseguenti “le aziende di trasporto a fare anche degli accordi con il trasporto privato: Ncc, chi ha gestito i pullman con i quali si facevano le gite scolastiche, per aumentare il numero dei mezzi per il trasporto scolastico”.