Da lunedì 18 maggio le Regioni potranno riaprire in autonomia bar e ristoranti, negozi, estetisti e parrucchieri. È quanto emerso dalla riunione in videoconferenza tra il premier Giuseppe Conte, i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza e i governatori italiani.
Autonomia alle Regioni sulle riaperture
Dopo un tira e molla durato alcuni giorni, e mentre si discute degli spostamenti del 25 maggio, il Governo ha accolto le richieste degli enti locali avanzata nei giorni scorsi con una lettera dei governatori indirizzata al premier. Per una maggiore autonomia al termine della Fase 2, sulla base delle differenze – rilevanti – dei contagi Covid, ogni Regione deciderà dunque per sé.
Dal 18 maggio i presidenti delle Regioni potranno decidere di aprire le attività sotto la propria responsabilità e in base alle esigenze del territorio. Il Governo farà comunque le sue proposte, che verranno integrate da quelle degli enti locali, e insieme verrà portato avanti il monitoraggio della situazione. L’esecutivo avrà la facoltà di intervenire con nuove restrizioni nel caso di un peggioramento della situazione di emergenza sanitaria.
Entro venerdì, sulla base dei dati del monitoraggio, Conte e la sua squadra renderanno note le linee guida per consentire alle Regioni di riaprire le attività dal 18 maggio. Le linee guida e i protocolli di sicurezza saranno indicati per ogni attività perché possano riaprire nella massima sicurezza.
Ma quali saranno le regole da seguire? Nulla ancora di definitivo, come dicevamo, ma, seppur provvisorie, le regole contenute nel documento del Comitato tecnico-scientifico sulle “ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore della ristorazione“, elaborato insieme ai tecnici dell’Inail, sembrano piuttosto chiare.
Le regole per bar e ristoranti
La bozza del testo attribuisce un rischio di aggregazione medio-alto alle attività commerciali e per bar e ristoranti consiglia fortemente una riorganizzazione degli spazi. Se possibile, i clienti verranno fatti accomodare all’aperto, sfruttando al massimo gli spazi esterni, come i dehors.
La capienza dei locali all’interno invece sarà molto limitata: tra un tavolo e l’altro dovranno esserci almeno due metri quadrati, e quattro per ciascun cliente. Se i clienti sono allo stesso tavolo e il bar o ristorante è dotato di separatori in vetro o plexiglass, la distanza tra loro potrà essere ridotta anche a un metro e mezzo.
Molto probabile anche la prenotazione obbligatoria per evitare assembramenti di persone in attesa fuori dal locale. Aboliti i buffet, mascherine obbligatorie per i clienti prima e dopo i pasti. Obbligo di mascherine anche per i dipendenti. I locali dovranno mettere a disposizione prodotti igienizzanti per la disinfezione delle mani.
Le regole per i negozi
Per quanto riguarda i negozi, l’orientamento per quelli piccoli, sotto i 25 metri quadrati, è permettere l’ingresso ad un solo cliente alla volta. Se la porta del negozio è unica, il negoziante dovrà assicurarsi che i clienti non si incrocino. Se ci sono due porte, una verrà destinata all’ingresso, l’altra all’uscita.
Per i negozi di abbigliamento, che dovranno essere sanificati ogni giorno, saranno obbligatori mascherina e guanti per chi prova un capo.
Le regole per parrucchieri ed estetisti
Anche per i parrucchieri e gli estetisti, oltre a tutti i dispositivi di sicurezza previsti – mascherine, guanti, visiere – resta valida la regola di un un solo cliente alla volta: la prenotazione del servizio sarà obbligatoria e gli strumenti di lavoro dovranno essere sempre sanificati. Dipendenti e clienti dovranno indossare guanti e mascherine.
I gestori dei locali hanno a disposizione le linee guida dell’Inail per la riapertura in sicurezza. La sfida più difficile è quella che devono affrontare i ristoranti, nati per ospitare simultaneamente più persone per un periodo di tempo medio-lungo. I bar, ad esempio, si reggono su consumazioni rapide, mentre il ristorante rappresenta il programma di una serata. Per questo motivo per i ristoratori le regole sono rigide. E mettono in difficoltà i gestori dei locali. Le regole per la riapertura dei ristoranti Il Comitato Tecnico Scientifico e l’Inail raccomandano quattro metri quadrati per ogni cliente e una distanza di due metri tra un tavolo e l’altro. Per capire quanti clienti possono entrare in un locale si dovrà dividere il superficie utilizzabile a disposizione per lo spazio da destinare ad ogni cliente. Le norme sul distanziamento potrebbero essere riviste nel caso in cui si possano installare barriere divisorie. La raccomandazione, per chi può , è quella di approfittare degli spazi all’aperto, sfruttando anche la bella stagione. Oltre al distanziamento sociale si dovrà assicurare una pulizia meticolosa degli spazi e delle stoviglie, l’igiene personale e un ricambio di aria naturale garantito dai ventilatori locali. Sempre per motivi di igiene, non sarà possibile fare buffet così come non potranno essere utilizzati i classici menù, che dovranno essere sostituiti da lavagne o fogli di carta monouso.
Le linee guida per le spiagge.
Inizia a prendere forma l’estate al mare ai tempi del coronavirus, con le prime indicazioni per i gestori degli stabilimenti balneari. Stando ai numeri emersi, tra le file di sdraio e lettini dovranno esserci cinque metri di distanza, mentre gli ombrelloni dovranno essere posizionati a quattro metri e mezzo di distanza l’uno dall’altro. Cade l’ipotesi di inserire pannelli in plexiglass tra gli ombrelloni, una soluzione poco pratica e decisamente poco confortevole. Stando alle indicazioni non dovrebbe essere possibile stendersi con l’asciugamano sulla sabbia. Gli utenti dovranno rispettare i posti e gli spazi assegnati. Per quanto riguarda gli ingressi i gestori dovranno evitare lunghe file, sia per il rischio di contagi sia per il caldo, che con la mascherina può portare a malori. Si potrebbe procedere con prenotazioni online o telefoniche e gli abbonati dovrebbero entrare senza fare la fila, solo esibendo il biglietto.
Uno dei nodi principali riguarda le spiagge libere, dove restano ovviamente vietati gli assembramenti. I controlli potrebbero essere effettuati con i droni o comunque dagli agenti della Polizia Locale. Non si esclude l’impiego di Steward.
Le indicazioni dei tecnici dovranno essere discusse dal governo con i rappresentanti della categoria per arrivare ad un protocollo concordato sicuro e sostenibile.