Luca Ricolfi è un sociologo e politologo italiano. Ha fondato l’Osservatorio del Nord Ovest e, insieme a Silvia Testa, la rivista di analisi elettorale Polena. È stato direttore dell’Osservatorio del Nord Ovest, della rivista di analisi elettorale Polena (chiusa nel 2012) e membro dell’EAS (European Academy of Sociology). Dal 2011 è presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume, di cui è stato uno dei fondatori insieme a Piero Ostellino.
È stato editorialista di vari quotidiani. Nel maggio 2023 ha ricominciato la collaborazione con Il Messaggero. Ha scritto testi universitari di Analisi dei dati e numerosi libri e saggi, principalmente dedicati alla realtà italiana. Al 2019, è professore ordinario di Psicometria (settore scientifico-disciplinare M-PSI/03) presso il dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, dove tiene l’insegnamento di Analisi dei dati.
Fra i principali campi delle pubblicazioni di Ricolfi, vi sono la condizione giovanile, l’influenza della televisione sul comportamento elettorale, la percezione dei partiti, il rapporto fra scelte politiche e preferenze morali, la teoria dell’azione, l’utilitarismo, le determinanti della crescita, lo squilibrio nord-sud, il parassitismo economico, i movimenti populisti.
Ricolfi, studioso di analisi dei dati, autore di saggi acuminati e volto della tv, in un’intervista a ‘Il Giornale’ parla delle vicende che hanno caratterizzato l’estate politica, si dice favorevole allo Ius Scholae ma sottolinea che non risolverà nessun problema di integrazione e non vede pericoli di tenuta per il governo di centrodestra: “Se ben modulato, lo ius scholae va benissimo. Ma è un’illusione pensare che risolva i problemi di integrazione degli immigrati nel nostro tessuto sociale e nella nostra cultura. Anche perché, paradossalmente, i veri problemi di integrazione non riguardano certo i ragazzini scolarizzati, ma semmai l’esercito degli immigrati irregolari: e per questi ultimi non è certo la concessione della cittadinanza che può sanare la situazione”.
Ricolfi derubrica la querelle tra Lega e Fi, ad “incidente estivo. Non vedo proprio come Forza Italia potrebbe cambiare alleanze, ma soprattutto non vedo perché il governo dovrebbe suicidarsi a metà legislatura su una questione di principio obiettivamente marginale. Mi sembra abbastanza chiaro che Forza Italia sta cercando di accreditarsi come partito dei moderati, anzi come unica plausibile offerta di centro. La dissoluzione del Terzo Polo e la catastrofe di Renzi-Calenda-Bonino alle elezioni europee rendono il progetto tutt’altro che velleitario”.
Per Luca Ricolfi, “l’immigrazione può essere una risorsa se scegliamo chi far entrare qualificando chi entra e non ha le competenze necessarie. Raccogliendo l’offerta per cui c’è domanda: elettricista, idraulico, mungitore, meccanico, autotrasportatore, cameriere, bagnino, commesso, eccetera”.
Parlando di differenza tra ius soli e ius scholae, il sociologo non ha dubbi: “Lo ius scholae è una proposta sensata, lo ius soli ha più difetti che pregi. Il fatto di nascere in Italia non significa nulla, e agganciarlo alla cittadinanza potrebbe stimolare comportamenti opportunistici. Ma secondo me lo scenario più verosimile è una sorta di remake di quel che a suo tempo accadde con il Ddl Zan. Allora Enrico Letta e il Pd ne fecero una questione di principio, rifiutando ogni compromesso e mediazione, che invece avrebbero permesso di varare una buona legge sull’omotransfobia. Temo che in un futuro più o meno prossimo succederà la stessa identica cosa: Elly Schlein si impunterà sul pacchetto globale per ragioni di principio, pur di non votare soluzioni, più moderate, che avrebbero anche i voti della destra”.
Nell’intervista, Ricolfi sdrammatizza le tensioni nei due poli e preconizza una perdita di voti per i progressisti: “I litigi nel centro-destra sono scaramucce irrilevanti, è così quelli nel centrosinistra. Alla fine si ammucchieranno sia gli uni sia gli altri, a meno che la nuova legge elettorale, necessaria se passa il premierato, consenta corse solitarie. E in quel caso Calenda potrebbe tentare l’ennesima avventura. Che poi questo significhi vincere le prossime elezioni è tutt’altra questione. Più l’alleanza è larga e più lettori progressisti si rifugeranno nell’astensione o nel voto a Forza Italia”.
“Nel 1992 milioni di italiani nel mondo persero la cittadinanza. Prima di parlare di Ius sanguinis, ius soli, ius culturae e ius scholae, bisognerebbe risolvere questa vergogna che va avanti da 30 anni, un torto verso i nostri connazionali al quale si potrebbe riparare in pochissimo tempo”, così Andrea Di Giuseppe, parlamentare di Fratelli d’Italia eletto all’estero.
Dopo ogni Olimpiade – continua Di Giuseppe – sì riaccende il dibattito sul tema della concessione della cittadinanza nel nostro Paese, dimenticando l’ingiustizia fatta dall’Italia ai propri figli. Ho ricevuto centinaia di lettere di nostri connazionali, tantissimi dei quali molto avanti negli anni, ornai al tramonto della vita, che desiderano solo tornare italiani e morire italiani. Restituiamogli il passaporto e poi affrontiamo il resto. Prima di ottenere il doppio passaporto, sono stato un immigrato negli Usa e conosco perfettamente le difficoltà, la fatica, le speranze e i sogni di chi si sposta da un Paese a un altro. I meccanismi per la concessione della cittadinanza vanno assolutamente rivisti in Italia ma bisogna farlo nel giusto modo. La sinistra attacca la maggioranza, invocando ius soli, ius culturae e ius scholae, dove era quando ha avuto la possibilità di fare qualcosa? Non si gioca con le speranza di un essere umano”.