Rieti, “boia chi molla” al comizio del sindaco: è bufera su Antonio Cicchetti

Ha scatenato molte polemiche la frase conclusiva del comizio tenuto da Antonio Cicchetti, sindaco di Rieti, che ha concluso l’intervento dicendo: “Dobbiamo andare avanti al grido di battaglia, che è sempre il solito: boia chi molla!”. Il fatto è avvenuto al termine del comizio a sostegno di Daniele Sinibaldi, esponente di Fratelli d’Italia, in corsa come sindaco di Rieti nelle prossime elezioni comunali. L’intervento è stato ripreso in un video amatoriale che ha fatto il giro del web scatenando polemiche molto accese.

Attualmente iscritto a Forza Italia, ma con un passato nel Movimento Sociale Italiano e Alleanza Nazionale, Antonio Cicchetti, 70 anni, è sindaco di Rieti dal 2017 e ha guidato la città laziale anche dal 1994 al 2002.

Le sue parole, arrivate nel comizio a sostegno del candidato del centrodestra, hanno suscitato scalpore dopo le polemiche dei giorni scorsi in occasione del funerale di Assunta Almirante. “Boia chi molla”, frase che richiama all’epoca fascista, era un motto molto utilizzato negli ambienti neofascisti italiani durante gli anni ’70.

“Sono nato nel 1952, io non c’entro niente col fascismo – si è difeso Cicchetti – Io citavo i ragazzi dei moti di Reggio, il mio era un invito a non mollare”.

L’esponente di Forza Italia è stato poi difeso da Maurizio Gasparri: “È stato eletto tre volte dai reatini e pur potendo vincere per sua scelta passa la mano ad altri. Il suo tasso di democrazia è testato. Non merita aggressioni”.

Di altro parere, invece, l’esponente di Forza Italia Elio Vito che ha chiesto l’espulsione dal partito di Cicchetti.

Le parole di Cicchetti hanno immediatamente provocato lo sdegno del Partito Democratico.

“Rieti non merita un rottame del neo fascismo”, ha detto il vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Roberto Morassut. Perentoro anche Francesco Boccia denuncia: “Non c’è spazio per terze vie: o si sta di qua o di là. Rieti non è purtroppo un caso eccezionale ma semplicemente la ripetizione di un modello di destra che è venuto fuori in modo sfacciato ma che caratterizza le campagne elettorali in molte città”

Mario Perantoni, del Movimento 5 Stelle, parla di “episodio gravissimo” mentre anche Laura Boldrini censura l’accaduto.

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