“Con la riforma del processo civile, licenziato giovedi’, abbiamo dimostrato che questo governo puo’ essere compatto. Perche’ non nel penale?”, dice il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che – intervistato da La Stampa – torna sulla prescrizione e sulla riforma del processo penale, con l’invito agli alleati: “Proprio pensando al civile, io dico: lavoriamo sul penale con lo stesso metodo e lo stesso obiettivo. Si puo’ fare, no? Dobbiamo essere ancor piu’ stimolati”. “Noi diciamo che la riforma della prescrizione e’ legge ed entrera’ in vigore con l’anno prossimo – torna a precisare -. Dopodiche’, siccome i primi effetti processuali si avranno intorno al 2024, c’e’ il tempo per una riforma del processo penale che accorci i tempi”. “Chiedo a tutti, parlamentari del Pd, di IV, di Leu: se avete buone idee, sottoponetele”, aggiunge.
Ma ribadisce la sua contrarieta’ alla cosiddetta prescrizione processuale’, per non “far rientrare dalla finestra quel che e’ uscito dalla porta”: “il problema e’ che ci si concentra troppo sul tetto e non sulla velocizzazione del processo”. Quanto alla richiesta di rinforzi nei tribunali, rivendica che nel gennaio prossimo saranno pubblicate le nuove piante organiche, “con 600 magistrati piu’ di prima. Sono gia’ indetti i concorsi. In tre anni, avremo tutti i nuovi togati. Da quando mi sono insediato, abbiamo gia’ assunto 1.125 persone. Entro il 2020, avremo altri 4.400 assunti tra funzionari giudiziari, cancellieri, tecnici informatici, statistici, contabili, conducenti. E’ una leggenda metropolitana che non si facciano investimenti”.