Riforma carceraria e decreto Nordio: ‘Ho un piano per le carceri, possibili 20mila detenuti in meno’

Il governo italiano ha recentemente approvato un importante decreto sulla riforma carceraria, noto come “decreto svuota-carceri”. Questo decreto, fortemente voluto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, introduce significative modifiche al sistema penitenziario con l’obiettivo di affrontare il problema del sovraffollamento nelle carceri e di migliorare le condizioni di vita dei detenuti.

Le nuove misure includono l’introduzione di alternative alla detenzione, come i domiciliari e i lavori socialmente utili, per i reati minori. Inoltre, il decreto prevede un miglioramento delle condizioni di vita all’interno delle carceri, con interventi strutturali e l’implementazione di programmi di reinserimento sociale per i detenuti.

Come spesso accade con le riforme penali, il decreto ha suscitato un acceso dibattito pubblico. Da un lato, i sostenitori del governo difendono l’efficacia delle nuove misure, sottolineando la necessità di umanizzare il sistema penale e di garantire condizioni di vita dignitose per i detenuti. Dall’altro, l’opposizione critica il decreto, ritenendolo insufficiente e accusando il governo di voler svuotare le carceri senza affrontare i problemi alla radice.

Anche i sindacati penitenziari hanno espresso preoccupazioni riguardo al decreto. In particolare, l’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria ha criticato una disposizione contenuta nel vademecum del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), che prevede la riduzione automatica della pena per i detenuti che richiedono misure alternative alla detenzione. Secondo i sindacati, questa misura potrebbe compromettere la sicurezza all’interno delle carceri e ridurre l’efficacia delle pene detentive.

Nessun dissidio con Giorgia Meloni. “Mai stata sintonia migliore. Come dimostrato nell’ultimo vertice a Palazzo Chigi. È un wishful thinking, pio desiderio di chi sa che, per la prima volta, faremo riforme radicali” afferma il ministro della Giustizia Carlo Nordio in una intervista al Corriere della Sera.

E la richiesta di incontro al presidente Mattarella “è stata concertata proprio in quell’incontro a Palazzo Chigi”.

Farlo coincidere con il voto sul dl carceri non è stato uno sgarbo al Parlamento? “Accusa bizzarra. Avevo presenziato a tutte le dichiarazioni di fiducia e anche votato. Per il giorno successivo la Presidente aveva, da tempo, fissato una riunione allargata proprio per dare un indirizzo operativo urgente per eliminare, o almeno ridurre, l’annoso problema del sovraffollamento. Ritenerlo uno sgarbo per noi è una buona notizia: l’opposizione non ha altri argomenti”.

Vuol dire che anche i dissidi nella maggioranza sono fantasia? “Da sempre abbiamo sensibilità lievemente diverse. Tutti sanno che sono stato voluto ministro da Giorgia Meloni pur avendo presieduto il comitato promotore dei referendum: inclusa l’abrogazione della legge Severino, cui FdI era contraria. Ma stiamo trovando serenamente una sintesi” e “faccio presente che il referendum radicale sulla custodia cautelare è stato proposto anche dalla Lega. Comunque la necessità di una riforma sul tema è sentita da tutta la maggioranza”.

Sul decreto carceri “in realtà contiene delle novità notevoli. A cominciare dalla possibilità di esecuzione della pena in ambienti diversi dal carcere, come le comunità per tossicodipendenti. Poi sta ai magistrati decidere se mandarveli o meno. Ricordo che i detenuti non sono messi in prigione dal governo, ma dai giudici”. Contro il sovraffollamento, spiega il Guardasigilli, “abbiamo dei progetti che vogliamo illustrare al capo dello Stato. Sarebbe irriguardoso anticiparli qui. Ma se mettiamo assieme la possibilità per i tossicodipendenti di andare in altre strutture, con quella di far tornare nel proprio Paese i detenuti stranieri, sulla quale stiamo lavorando notte e giorno, assieme alla Farnesina, possiamo arrivare a 15-20 mila detenuti in meno. Ecco risolto il sovraffollamento”.

Sulla custodia cautelare “la necessità di una riforma sul tema è sentita da tutta la maggioranza”, osserva Nordio che poi esclude uno scudo per i colletti bianchi. “No. Ovviamente per i rapinatori, stupratori corrotti e autori di altri gravi reati la carcerazione preventiva rimarrà. Quello che conta è definire meglio i presupposti per la sua applicazione. A cominciare dal requisito della reiterazione del reato. Il pericolo non può essere desunto dal rimanere in carica dell’amministratore pubblico accusato di corruzione”, chiosa.

Il decreto Nordio rappresenta un passo significativo verso la riforma del sistema carcerario italiano. Tuttavia, resta da vedere come le nuove misure saranno implementate e se riusciranno a risolvere i problemi cronici del sovraffollamento e delle condizioni di vita dei detenuti. Il dibattito pubblico e le reazioni delle diverse parti interessate continueranno a influenzare l’evoluzione della riforma nei prossimi mesi.

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