Riforma del premierato, tra Alberto Baldoni e Carlo Rossella

Il 23 aprile la Commissione Affari costituzionali del Senato dovrebbe votare il mandato al relatore, Alberto Balboni, sul premierato, concludendo i lavori sul ddl Casellati, considerato da FdI la madre di tutte le riforme. Lo ha stabilito l’ufficio di presidenza della prima commissione del Senato.

L’esame del ddl riprenderà intanto martedì 9, con i voti sugli ultimi emendamenti all’articolo 4. La settimana prossima si dovrebbe poi completare l’esame dell’articolo. Martedì 16 si terrà un ciclo di sei audizioni, tre esperti indicati dalla maggioranza e tre dall’opposizione, per un approfondimento finale in vista dell’Aula, audizioni che saranno incentrate sugli emendamenti approvati. In mattinata l’organismo presieduto da Balboni (FdI) ha proseguito l’esame degli oltre 250 emendamenti all’art. 4 del ddl Casellati che norma le modalità della fiducia e della revoca della stessa da parte delle Camere al premier eletto, la cosiddetta norma anti-ribaltone. La discussione, in particolare si è incentrata sull’emendamento 4.2000 del governo, dove si prevede come “in caso di dimissioni volontarie del Presidente del Consiglio eletto, previa informativa parlamentare, questi può proporre, entro sette giorni, lo scioglimento delle Camere al Presidente della Repubblica, che lo dispone”. Il nodo, secondo la maggioranza resta quello dell’interpretazione del temine “volontarie”.

Nel caso di “dimissioni volontarie” del presidente del Consiglio eletto “prevediamo l’informativa parlamentare perché consentirà di verificare se davvero si è infranto irrevocabilmente il rapporto di fiducia. Durante l’informativa parlamentare i gruppi potranno – se credono – presentare la mozione motivata di sfiducia”, ha detto il presidente della 1a di Palazzo Madama e relatore del ddl Premierato Alberto Balboni (FdI), intervenendo in commissione Affari costituzionali, durante le votazioni sugli emendamenti.

“La mia interpretazione di relatore si basa sull’accettazione di una lettura della parola ‘volontarie’” ed è “sostenuta da alcuni autorevoli costituzionalisti”, ha aggiunto Balboni. Essi rilevano che “anche le dimissioni conseguenti a una mancata approvazione della fiducia giuridicamente sono dimissioni volontarie. Sono dovute politicamente ma non sono dovute giuridicamente perché non c’è nessuna norma che dice che anche una volta che un governo va sotto su un voto di fiducia sia tenuto giuridicamente a dimettersi. Lo è per prassi e per consuetudine”, ha aggiunto il relatore del ddl.

Pd e M5s continuano intanto a fare le barricate sul testo. “Si tratta di una riforma sbagliata”, per Elly Schlein che risponde così alla trasmissione ‘Cinque Minuti’ a chi le chiede se una legge elettorale con ballottaggio ‘ammorbidirebbe’ il no del Pd al premierato. ”È una riforma che indebolisce il Parlamento è la figura del presidente della Repubblica. Restiamo contati a prescindere dalla riforma della legge elettorale”, ha sentenziato la leder dem.

Alla domanda sul premierato la premier ha risposto che  voleva “una riforma che non mettesse in discussione l’autorevolezza e l’unità che il capo dello Stato garantisce, ma cambia molto quando hai un mandato diretto dei cittadini, ai cittadini rispondi. Quando hai un mandato che viene dai partiti rispondi a loro. Il presidente della Repubblica è il garante della Costituzione, questa disparità non la vedo. Dopodiché, vogliamo introdurre anche l’elezione diretta del presidente della Repubblica? Io non sono contraria”.

È un “Carlo Rossella Show” quello visto nell’ultima puntata di DiMartedì, il talk di approfondimento politico e sociale di La7, condotto da Giovanni Floris. L’ex-direttore di Panorama si è espresso sui vari temi della politica e dell’attualità italiana, incalzato dalle domande di Floris dallo studio.

Carlo Rossella, sulla riforma del premierato,  è categorico: “La riforma in Parlamento? È una buffonata. Ci sono molte somiglianze con i desideri di ‘Lui’, con la L maiuscola”. Sull’immagine della Meloni che gioca a biliardino con i soldati in Libano, Rossella non è meno tenero: “Sono spettacolini, perché si vuol far vedere al popolo che si è come il popolo, si gioca a calcio balilla, quest’ultimo nome non a caso è molto evocativo”. Spazio, poi, all’attenzione su Giorgia Meloni dall’estero, Floris mostra la foto del Wall Street Jorunal del premier con la testa sotto la giacca, queste le parole di Rossella: “Se fossi stato direttore del Wall Street Journal l’avrei pubblicata, perché é un’immagine talmente ridicola, ma è anche l’immagine del Paese, perché molti italiani nei confronti della Meloni si comportano in questo modo, mettono la testa sotto la giacca. Anche Liberation, che ha scritto che la premier è riuscita a imbavagliare i media del servizio pubblico, ha ragione. La Meloni vuole comandare e vale la logica del marchese del Grillo, cioè ‘io sono io e voi non siete… nulla’”

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