Riforma pensioni 2018: ecco la proposta unitaria

 Adeguamenti alle aspettative di vita, parità di genere, giovani, previdenza complementare, correttivi Ape Sociale e pensione anticipata precoci: sono tra i punti chiave delle proposte di Cgil, Cisl e Uil presentate al Governo nell’ambito della fase due del negoziato sulla Riforma Pensioni. Un confronto che, si legge nel documento approvato dalle tre sigle confederali e ripreso dal sito delle piccole-medie imprese pmi.it, pur avendo fatto registrare alcuni, parziali, elementi di avanzamento, al momento sta evidenziando significative distanze, anche su elementi particolarmente rilevanti, che i sindacati si augurano possano essere superate nel corso della trattative. Il confronto proseguirà all’inizio di ottobre, e il Governo ha a più ripreso fatto sapere che l’accoglimento delle proposte dipenderà in gran parte della risorse disponibili in Legge di Stabilità 2017.

Per quanto riguarda l’Ape sociale e la pensione precoci, si propone innanzitutto di eliminare alcune criticità emerse nel corso di questo primo anno di applicazione, ad esempio consentendo l’accesso anche ai disoccupati senza ammortizzatori sociali, o che restano senza lavoro per scadenza del contratto a termine. Sempre in materia di APe Sociale, i sindacati chiedono un’ulteriore riduzione contributiva riservata alle lavoratrici madri, pari a un anno per ogni figlio, fino a un massimo di tre anni.

Per quanto riguarda le mansioni gravose, si propone di ampliare le categorie di lavoratori previste e di rendere più accessibile il criterio temporale: non più sei anni negli ultimi sette anni, ma nell’arco degli ultimi dieci anni. Si chiede anche di semplificare la procedura di richiesta, in particolare per quanto riguarda le certificazioni sull’effettivo svolgimento delle mansioni gravose. Ricordiamo che lo svolgimento dei lavori gravosi, in base alla Riforma Pensioni già operativa, consente l’accesso all’APe sociale e alla pensione anticipata precoci (in questo caso, bisogna anche avere un anno di contributi versati entro i 19 anni d età, e 41 anni di contributi versati). Chiesto anche l’abbassamento a 30 anni del requisito contributivo per l’accesso all’APe sociale, equiparandolo quindi alle altre categorie (attualmente per i lavoratori con mansioni gravose ci vogliono 36 anni di contributi).

Infine, viene sollecitata l’approvazione dei provvedimenti attuativi che consentano di utilizzare il nuovo cumulo gratuito anche agli iscritti alle casse professionali.

Le altre richieste dei sindacati riguardano nuove misure di flessibilità in uscita, a partire dal blocco degli adeguamenti automatici alle aspettative di vita a partire dal 2019 (quando dovrebbe esserci il prossimo scatto). Nel dettaglio, la richiesta è si avviare un negoziato specifico per rivedere l’attuale meccanismo, individuando anche criteri che misurino il diverso impatto delle attività lavorative sulla speranza di vita.

Diverse proposte a favore della pensione delle donne: maggiorazione contributiva per la maternità, un anno di anticipo sulla pensione di vecchiaia per ogni figlio (anche adottato), fino a un massimo di tre, oppure in alternativo un coefficiente più alto di trasformazione della pensione. Per lavoratrici e lavoratori che assistono il coniuge, il partner in unione civile, oppure un parente di primo o secondo grado con handicap grave, chiesto un anno di anticipo pensionistico ogni cinque anni di cura. Contribuzione più favorevole per le donne che svolgono lavoro domestico, e in generale valorizzazione contributiva del lavoro di cura familiare.

Il pacchetto giovani prevede la riduzione dell’importo richiesto per avere diritto alla pensione di vecchiaia (pari all’assegno sociale, dall’attuale soglia di una volta e mezzo), e di quello per la pensione anticipata nel contributivo (a 63 anni e sette mesi con 20 anni di contributi), attualmente a 2,8 volte il minimo. Per coloro che andranno in pensione con il contributivo (quindi, che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996), si chiede una pensione di garanzia e una più favorevole graduazione della quota di pensione deducibile dal reddito. Infine, si propone al valorizzazione ai fini contributivi di periodi di formazione.

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