Il governo ha iniziato a lavorare sulla legge di Bilancio per il 2022, una manovra che dovrebbe superare i 23 miliardi secondo le prime indiscrezioni.
Riforma pensioni, taglio del cuneo fiscale, incentivi per le imprese e stanziamenti per i nuovi ammortizzatori sociali le prime voci in agenda per la Manovra. Siamo nella fase delle riunioni tecniche fra i dicaseri coinvolti, per passare poi al confronto politico in vista del via libera del Consiglio dei ministri al documento programmatico di Bilancio, entro il 15 ottobre, e la successiva trasmissione del provvedimento alle Camere entro il 20 dello stesso mese.
Pensioni: tra post Quota 100 e caro vita
La nuova manovra dovrà fare fronte al nodo della fine di Quota 100. L’esoso sistema di anticipo pensionistico da oltre 5 miliardi l’anno voluto dalla Lega negli anni del governo giallo-verde scade a fine anno. Secondo le ipotesi allo studio servirebbero circa 3 miliardi per mette in atto uno schema di graduale innalzamento dell’età di ritiro prevedendo delle deroghe per i lavoratori usuranti. Da disinnescare in manovra anche la mina della rivalutazione in linea con l’inlfazione di 22,8 milioni di assegni pensionistici, voce che si preannuncia più cara dello scorso anno alla luce delle recenti fiammate dell’energia che spingono al rialzo l’indice sui prezzi al consumo. Per allineare al caro-vita servirebbero 4 miliardi di euro.
Taglio cuneo fiscale
In cima alle priorità degli interventi fiscali che il governo intende anticipare con la manovra ci sarebbe un nuovo taglio delle tasse sul lavoro in favore dei redditi medi, tra le più alte nella zona euro. Almeno 6 miliardi gli stanziamenti allo studio.
Ammortizzatori
In manovra troveranno spazio le risorse per il finanziamento dei nuovi ammortizzatori sociali e a misure per il welfare. Costo dell’operazione: fino a 6 mld.
Imprese
Per gli incentivi alle imprese le ipotesi di lavoro predispongono circa 3 miliardi.
Sanità
Da finanziare poi le misure per la sanità, i primis l’acquisto di nuovi vaccini. Si ragiona ad una cifra intorno ai 2 miliardi.
Pubblico impiego
Per il rinnovo del contratto del pubblico impiego lo stanziamento sarebbe di circa 2 miliardi.
Spese indifferibili
Per le spese indifferibili servirebbero almeno 2 miliardi.
Il governo punta ad inserire in manovra lo stop al cashback avviato il 30 giugno scorso. Il costoso ‘sconto’ introdotto dal governo Pd-M5S per incentivare i pagamenti elettronici che prevede una spesa di 3 miliardi annui non verrebbe infatti riattivato a fronte di costi eccessivi rispetto ai benefici in termini di lotta all’evasione e al rischio abusi.